io4 Dissertazione che in Francia con altro nome ancora furono chiamati Franchi. Ridicola è l’origine di queflo nome preffo chi la tira dal Greco Ares , quafi fi-gnifichi un Uomo Marziale o Militare. L’Eccardo la deduce da Rerbman-ner , qui bona hereditaria pojfidet, & efi Dominus minor .11 Voffio da Hcer & Mann, quafi iìa Cliens Domini per qualche podere a lui dato dal Signore a titolo di Benefìzio. L’Arentino, e il Goldatto da Here , e Mann, qua-fi Kir exercituum, Homo miliians . Niuna di quette Etimologie è inverifì-mile, e tutte concorrono a farci conofcere di onorevol condizione gli A-rimanni. E giacché è permeilo il far qui da indovino, chieggo, perchè tal voce non potette difeendere da Lhre , che fìgnifica Onore, e Manu Uomo , per fìgnificare una perfona di grado onorevole. Tali certamente furono gli Arimanni, e non già confinati nella feccia del Popolo , cioè fra i Servi. Anzi godevano etti qualche prerogativa di Nobiltà, ed erano aferitti alla Milizia , ed alcun di e/iì fu VafTallo dei Re, o di altri potenti Signori. Primieramente nella Legge 2.diRachis Re de'Longobardi è ordinato , ne cu-juficumque Servus Arimannam ducat Uxorem. Ecco ciò che tanto prima a-vea preferitto il Re Rot3ri nella Legge 222. con dire : Si Servus Libe-ram mulierem aut puellam aufius fiuerit fibi conjugìo fociare , anima fua in-currat periculum . Anche fecondo le Leggi Romane delitto era , fe un Servo aveffe fpofata una Donna Libera. Il Ile Liutprando nella Legge 6. del Lib. 4. temperò poi la feverità di quella di Rotari. Ecco dunque che Arimanna Mulier vuol fìgnificare lo fletto che Libera. 11 che vien confermato dalle parole di un Diploma di Lodovico Pio , conceduto al Mo-niflero di Verona, e rapportato dall’Ughelli nell’Italia facra; e tali fono: Etiam pia. uit nofira Serenilati de Famulis ejufdem Monafierii definitiones fa-cere , videlicet fieminis L’beris, quas Itali Herimannas vocant, qua Je famulis ipfius Ecclcfia , & Monafierii copulaverint &c. fiecundum pradecejforum fiatata Imperatorum &c. fupradiclum Sancìum Locum inviolabilìter poffideat. L’ Editto di Liutprando portava, che la Femmina Libera fpofando un Servo , fe i Parenti non ne faceano vendetta , diverrebbe Ancilla , cioè Serva del Palazzo. Qui fi concede , che Donne tali maritandoli con Servi di San Zenone , diventino Ancille di quel Monittero. Cosi pretto il Campi nel Tomo I. della Storia Ecclef. di Piacenza Lodovico li. Auguro concede a quel Vefcovo Sofredo Gifebergam nativitate Liieram , fed prò conjunclione , qua fe Ifembaldo Servo nofiro conjunxit , adpariem nofiram lecjaliter 7 & per judicium publicum pofi acquìfitam . Altri fimili efempli fi truovano nel Catalogo de’Vefcovi Beneventani Tom. 8. dell’ Italia Sacra, e nella Cronica Farfenfe Part. II. del Tom. II. Rer. hai. pag. 365. e 379. Acciocché’nondimeno più chiaramente apparifea quefla verità , fiof-iervi un bel Placito tenuto in Milano nell’Anno 901. da Sigefredo Conte del Palazzo, e Conte di Milano. Alcuni abitatori di Vico Rainerio fon chiamati in Giudizio dal medefimo Conte, pretendente, che i me* defi-