ìé Dissertazione prcefatìs Epifcopis , & Abbatìbus & Comitibus , & Majoribus ri al u Francorum,, ut conflituerent filium fuum Lodovicum Regem & Imperatorem . Altrettanto s’ha da Tegano Storico, le cui parple fon quelle : Curri omni exercitu , Epifcopis , Abbatìbus , Ducibus , Comitìbus , Locopofitis , habuit grande colloquium cum eis Aquiscjra.no Palano, interrogcins omnes a maximo ufque ad minimum , f eis placuiffet, ut nomen fuum , idefl Impercftoris, fi- lio fuo Ludewico tradidijjet. Dello fteffo tenore parla Eginardo nella Vita di Garlo Magno. Che a quell a Dieta intervenire qualche Inviato del Papa, è affatto verifimile , rtante l’avere quell’Augufto invitati colà i Primati de omni Regno vel Imperio, e l'occorrere più il confenfo del Romano Pontefice, che de gli altri Principi. In fatti Lodovico Pio non credette compiuta l’efaltazione fua all’imperio, finché non ne ricevette la Corona dalle mani di effo Pontefice : al qual fine chiamato in Francia Papa Stefano IV. (2) dal lui fu coronato con quella folennità, che vien riferita, da gli Storici contemporanei, e particolarmente da Ermoldo Nigello nel Poema da me dato alla luce. Parimente Lodovico Pio nel voler creare fuo Collega il figlio Lottario, imitò l’efempio del Padre. Nella Vita di Walla Abbate prefìo il Mabillone ne gli Atti de’Santi Benedettini, effo Lottario cosi parla all’Augufto fuo Padre: Me Confortem totìus Imperli Celfuiiòo vejlra una cum Voluntate Popuh confituri. Lo ripete con dire di effere ftato coftituito Succefforem totius' Monarchica cum Voluntate & Confenju omnium. E che 1’ afienfo del Romano Pontefice fi richie-deffe fopra tutto, apparifce dal vedere, ch’egli non affunfe il titolo d' Imperatore , fe non dopo la Coronazione Romana: il che fi dee credere offervato anche da Lodovico lì. di lui Figlio . Passato che fu a miglior vita quello Augufto fenza lafciar prole marchile , allora il Romano Pontefice, e i Principi Italiani pretefero, che fo-lo ad eifi appartenere l’elezione dell’Imperadore e del Re d’Italia. Carlo Calvo fu quegli, che a forzad’oro e di rogali riportò il pallio. Nel Concilio tenuto in Pavia l’anno 876. molti Vefcovi e Principi fècola-ri d’Italia, narrata prima l’elezione di lui in Imperadore fatta da Papa Giovanni VIII. anch’effi *per*la parte loro l’eleggono e confermano colle feguenti parole: Nos unanìmiter vos Proteclorem , Dominum , ac De-fenjorem omnium noflrum eligimus. Dopo effo Carlo Calvo, e Carlomanno, allorché fi trattò di una nuova elezione, inforfero difpareri fra effo Papa Giovanni , ed Anfperto Arcivefcovo di Milano . Pretendeva l’Arcivefcovo , che a lui fpezialmente , come primario Principe del Regno d’Italia, apparteneffe di eleggére effo Re. All’incontro infifteva il Papa, che fenza l’affenfo fuo non fi pojeffe eleggere un Re, che fecondo la confuetudine di allora avea poi da effere Imperadore . De ■novi Reqis elezione ( così fcriveva effo Pontefice nell’ Anno 879. ad An-fperto nell’Epift. 155. ) ut omnes parìter confideremus , vos prcediclo lem-(2) Vedi le Annotazioni in fine del Tomo, pOre