100 Malumori contro l'istituto dei cambi [8.V1.18] È stato deciso dai Governi alleati un ulteriore sviluppo nell’organizzazione unitaria degli approvvigionamenti per tutte le Nazioni dell’Intesa. L’ufficio centrale di Londra trasmetterà i propri programmi al Supremo Consiglio marittimo dei trasporti. L’ufficio si gioverà dell’opera di cinque commissioni. Alle 16 consiglio di ministri per i provvedimenti a favore dei danneggiati dall’invasione nemica, per la sempre risorgente questione della carne e per provvedimenti amministrativi. Sono costretto a dare ordini molto severi al prefetto di Roma per migliorare la produzione del pane, che è cattiva. I fornai vogliono guadagnare troppo. 8 Giugno. Ho ricevuto un lungo telegramma dal comm. Cesare Goldmann, precidente di un comitato che raggruppa tutte le associazioni industriali e commerciali milanesi. In esso si lamenta l’azione dell’istituto dei cambi che è stato fondato da Nitti e che è diretto dal comm. Vincenzo Giuffrida. I suoi recenti decreti hanno fortemente limitato le importazioni di materie destinate all’industria privata, a vantaggio dell’industria di guerra. Ne ho parlato con Orlando e con Nitti che mi hanno incaricato di recarmi a Milano per calmare l’agitazione. Rispondo a Goldmann di conformità. Alle 16 il consiglio dei ministri riprende i suoi lavori. 9 Giugno. Al Quirinale con Orlando e con gli altri ministri per la firma dei decreti. Il Luogotenente, S. A. R. il Duca di Genova, ci trattiene molto affabilmente. Parto per la Spezia. 10 Giugno. Arrivo alla Spezia onde provvedere all’approvvigionamento della piazza ed a sbarchi sussidiari. L’ammiraglio