;}6 Dissertazione Jubemus ut Miffi noftrì diligenter inquirant, quanti Liberi homines in fingulis Civitatibus maneant, ut veraciter illos defcribaat , qui in exenitalem ire pof-funt expeditionem . Lo fteffo ancora rifulta da un Capitolare di Carlo Calvo dell’Anno 864. Si può nondimeno credere, che talvolta alcun Servo trapelafle nella milizia contro il volere de’fuoi Padroni, i quaipo-fcia poteano richiamarlo. In una Bolla di Pafquale I. Papa per l’Arci-vefcovo di Ravenna li legge : Colonos, aut Partiarios, & Servos Jubja-centes parti Sanctce Vzfirce Ecclefice, ad militandum fubtrahere non liceat. Sed fi militati fuerint, eos difcingi , & dismilitari jubemus . Finalmente efenti dalla milizia Secolare erano coloro, che entrati nella milizia Ecclefiaftica per fervir Dio, non era di dovere, che fi mif-chiaffero nel fanguinofo meftier delle guerre. Ma che non fa il genio de’ Principi ambiziofi e Conquiftftori ? Vorrebbono, che ognun fofle Soldato, e che tutti correflero ad efporre per eflì le loro vite. Perciò ne’vecchi Secoli s’introddfTe, e durava a’tempi di Carlo M. l’abufo di obbligare anche i Cherici, e fino i Vefcovi a comparir coll’armi in occafion di guerra , pretendendo ciò, perchè godevano Beni Regali, ed erano (ottopodi al pefo de’VaffalIi. Nè pur godeano efenzione gli Abbati. Da un Documento di Piftoia dell’Anno 812. ricaviamo, che Ildeperto Abbate fovente era forzato ire in hofie , cioè andare alla guerra. Porta il P. Tomaifmi Parte 3. Lib. I. Cap. 40. de Benefic. molte Leggi e Canoni, vietanti una tal deformità . Spezialmente è da vedere nel Tomo Vili, de’ Concilj del Labbe una Supplica del Popolo a Carlo M. Ne Epifcopi deinceps, ficut haclenus , vexentur hojìibus ; fed quando nos in ho-fiempergimus , ipfi propriis refidcant in Parochas. Seguita appreifo il Decreto d’eiTo Auguilo , il quale, particolarmente Apnfiolicce Sedis hortatu efenta tutti i Preri dall’obbligo di concorrere alle Armate, dicendo fra l’altre cofe : lite vero Galliarum, Spaniarum , Langobardorum , nonnullas-que al as gentes , & Reges earum fecijje cognovimus , qui propter pradicium nefandtjjimum Jcelus nec viclores extiterunt, nec patrias retinutrunt. Leg-gefi ancora una Lettera di San Paolino Patriarca d’ Aquileja allo fteffo Carlo M. Lib. VII. Mifcell. Baluz. in cui il fupplica, ut liceat Domini Sa-cerdotibus militare in folis cafiris Dominicis , annoverando poi gi’immen-fi fcandali e mali, che rifultavano al Clero da quefta troppo indecente ufanza . E pure non cefsò eifa con tutti i bei decreti di Carlo Magno , perchè la troviam tuttavia vigorofafotto Lodovico Pio fuo figlio, e fot-to i fuoi nipoti. Ermoldo Nigello Abate d’Aniana nel Lib. IV. de gejl. Ludov. Pii , Poema da me dato alla luce nella Raccolta Rer. Italie, racconta d eifer egli fteffo intervenuto alla guerra mofla da Lodovico Pio contro i Popoli della Bretagna minore, e che il Re Pippino gli diede la burla per quefto . Huc