Quarta. ■vel ad Parentcs , aut Amicum fuum , aut pramium, & legem non judlcave-rit : tunc qui loefum fe J'entlt, veniat ad Palatlum 6’c. Il Bignon nelle Note a Marcolfo , ed aoch^ il Voilìo fembrano aver creduto , che i Gaiìndj fof-fero Servi, cioè Schiavi , fondandoli in una formola di quell’ antico Scrittore , fcritta così : Si allquis Servo Juo Gafindio fuo aliquid concedere volue-rit. Ma quel tefto è (corretto . PreiTo il Lindenbrogio , enell’edizion del Baluzio fi' legge : SI quls Servo fuo , vel Gajìndlo fuo &c. il che fa conofce-re la differenza de’Servi da i Gaiìndj . Più chiaramente fi fcorge , che anche i Cortigiani più cofpicui erano chiamati Gaiìndj, da un Placito tenuto in Cremona d-a Berengario I. Re d’ Italia nell’Anno 910. e confer-vato nell’ Archivio del Vefcovato di quella Città . Ivi fi legge : Dum Do-mnus Berengarius gloriojijjimus Rex ab Regali Digni tate in'Civitate Cremona aòvemJJ'et , & domum Epifcopll, & matris Cremonenfis Ecclefice in carni-nata dormitorio ipjius domui , ubi ipfe Prineeps cum fuls Gafndus , & Jiiòi-cibus , ceterisquefuls Fldelibus adejjet &c. E ciò a noi porge ’lume per,intendere ciò , che Adriano I. Papa nell’ Epift. 94. del Codice Carolino fcriife a Carlo Magno intorno ad una iniquità da luifeoperta nel Regno d’ Italia , con dire : Pro hoc Japius ammenuimus Guntfrldum, & aliis Gafin-dis veflris Epiftolas dirigentes RaginalDo & Raginbaìdo , ut tam deteflabile flu-prum devltarent &c. Così in uno Strumento da me veduto nell’Archivio dell’ Arcivefcovato di Lucca fpertante all’Anno 729. tre Gaiìndj del Re Liutprando , dimoranti in Pavia , fondano preifo a Lucca uno Spedale per li Poveri Pellegrini, e fi veggono onorati col titolo di Magnifici affai raro in que’ tempi : Theupert, & Ratpert , & Godepert VV. MM. Gafindi Regis Dichiamo anche due parole de i Delifiofi, de’ quali iì truova alle volte menzione nelle memorie de’tempi barbarici. Forfè lo fteifo volea iì-gnificar quefto nome, che i Delicati de’Romani. Si difputa fra gli Eruditi intorno aH’eflere di que’ Delicati, ed alcuni li credono Fanciulli di poco buon" nome tenuti in lor caia dai Grandi. Sembra più veriiìmile, che foifero Fanciulli Spintoli, che per onefto divertimento, o in qualità di Paggi, ftavano al fervigio de’gran Signori. Plutarco nella Vita diMar-co Antonio parla di un Sarmento Fanciulletto ( paìgnion ) nella Corte 21 Cefare, uno di quel , che i Romani chiamano Delicie . Nelle Ifcrizioni del Grutero e Fabretti iì cfà il titolo di Delicati a perfone non volgari. Nel Cap. XV. di Efther fi legge , che quella Regina AJfumJit duas famulas, & fuper unam qutdem innitebatur quafi pra Deliclis . Penano gl’interpreti ad intendere quefto paifo. Ma odaii Santo Agoftino nel Lib. de Gratia & Lib. Arb. Cap. 21. che parlando d’Efther così fcrive fecondo la ver-fione de i Settanta: Et inclinava fe fuper caput Delicata fua , qua prcccede-bat eam. Forfè dalla voce paìgnion 0 pure da pàis nacque l’italiana parola Paggio. Ne’tempi barbarici noi incontriamo nelle Corti de’Principi Diff. Lai. T. I. D i De-