Ventesimaprima. 207 che non poche altre Città nel Secolo IV. Soggiacquero ad orrende ca-- Jamità: Odasi Santo Ambrofio , che circa l’Anno 388. così fcriiTe nell’Epift. 39. a Faultjno . De Bononienfi veniens Urbe , a tergo Claternarri, ipjam Bononiam Mutinam , R egizi m derelinquebas ; in dextera erqlt Brixdlam ; a fronti occurrebat Placentia &c. Te igitur femirutarum Urbium cadavera , ter-rarumque fub eodem confpeclu expofìta funera non te admonent &c. Ecco in che miserabile flato li trovaffero allora quefte Città , non Tappiamo fe per le guerre di Coftantino il grande, o per le recenti di Mainino Tiranno . Che Modena non riforgeffe da lì innanzi , cagione ne fu la lunga izza, cominciata fra i Longobardi, e i Greci padroni dell’Efarcato. Era quefta Città da quella^ parte il confine del Regno Longobardico * e però fottopofta alle continue incurfioni e moleftie de’ nemici. Allora i Fiumi e torrenti fenza freno alcuno fcorrevano per le campagne , con giugnere ad alzare il terreno fopra 1’ antico fuolo di Modena parecchie braccia. E o iia per quefta defolazione , o perchè il Re Liutprando fondò all’ Occidente di efta Modena fu Ila Via Emilia (. appellata Claudia nelle vecchie Carte ) Città nuova : la maggior parte del Popolo pafsò ad abitare in effa Città nuova. Così lagrimevole era tuttavia l’afpetto di Modena nel Secolo X. come s’ha dallo Scrittore della Vita di S. Ge-miniano Vefcovo, che fiorì in que’tempi, laddove cerca, peichè'fof-fà cotanto decaduta quefta Città olim inclyta inter JE.mil.ix Urbes, locu-pUs, & fenilijjima ,,cedijiciis murorum & turrium propugnaculis ciò miranda. &c. E ri fp onci e : Quod comprobatur effe verifjimum , ut afjìdue c.ernitur fupradiclce Urbis folum nimia aquarum infolentia cnormìter occupatum , nvis circumfluentibus , & flagnis ex paìuòibus excrefcemibus , incolis quoque aufugientibus nofcitur effe deftrtum . Unde ufque HO DIE multimoda lapi-dum monflratur congeries , faxa quoque ingenua prcecelfis quondam edifciis aptiffima , aquarum crebra , ut dixtmus, inundauone fubmerfa . Che la ftef-fa Città nuova non foiTe efente da Paludi, fi fcorgerà da un Diploma di Carlo Magno in favore del Vefcovo di Reggio, che accennerò al Cap. XXXV. dove fi truovano enunziate Paludes Civitatis Novce. Così in uno Strumento efiftente nell’Archivio de’Canonici di Modena dell’Anno 1129. fi legge: Domnus Dodo gratta Dei Epifcopus Mutinenfìs concedit en-phyrcuneo jure res Mas territorìis, & vineaùs & Bofcahvas, & Paludofas juris Eccleflcz Sancii Gemtniani in loco Albareto &c. E Giovanni Vefcovo parimente di Modena , come s’ha dal-Sillingardi e dall’ Ughelli nell’ Anno 998. dona a i Monaci di San Pietro Molenòimun unum fupra Ci-vuatem Mutinam in loco qui dicttur Carolinus, cum decem jugeribus de terra inter Paludes & Silvas. Aggiungali un Diploma di Corrado I. Re def Romani dell’Anno 1026. in cui concede a "Warino Vefcovo Civita-tcm Mutinam a tribus miliaribus in circuitu &c. viddìcct t Paludes , Sylvas ? Aquas