Ventesimaterza. 159 to è rapportato dal Puricelli ne’Mcnum. Baili. Ambrof. pag. 702. Pretendevano i Canonici, che andando effi a definar coll’Abbate , dovea a-vere nuove diverte vivande ( vedete che belle liti di que’tempi ) in tre portate . In prima appofidone Pullos frígidos , Gambas de vino ( che ma nicaretto fciTe queflo noi so dire , potrebbe effere lo Zambaione Mila-nefe ) & Carnem pvrcuiam fngidam. In fecunda , Pullos plenos , Carnem vaccinam cum Piperata, & Turtellam de Lavello. In tenia Pullos ro-flidos , Lombolos cum Panido , & Porcellos plenos. Il Pontefice Pafqua-le II. nel Sinodo di Benevento dell’Anno 1108. Vefìimenta Scecularia, & Preciofa in Clericis reprobavit, & talibus uri interdixit , come s’ ha da Pietro Diacono nel Lib. IV. Cap. 33. della Cronica Cafinenfe . Nulladimeno affinchè non vada affatto per terra 1’autorità di Rico-baldo, s’ha da fupporre, ch’egli unicamente parlaffe della Plebe, o del baffo Popolo , il quale confervava i fuoi ufi, e fi regolava a tenore della propria povertà. Le Città ancora e i Popoli, che non fentivano odore di Corte , probabilmente non conofcevano quel ladro del Ludo . Anche oggidì parlate co i Vecchioni, e con chi ha udito parlare i Tuoi Vecchi, vi diranno effere fiata al tempo de’noltri Avoli altra fobrietà e moderazione di coilumi, di vefli, di carrozze , di banchetti , e di fimili cofe, che oggidì. Al tempo anche di Ricobaldo dovette fèguire non lieve mutazione di vivere . Ne riparleremo al Cap. XXV. Intanto merita d’effere faputo, come fe la paffaffe il Popolo Romano nell’Anno 1268. in cui fu da effi fatto un folenne accoglimento a Corradino Principe , incamminato contra di Carlo I. Re di Sicilia. E’defcritta quella fella da Saba Malafpina Lib. IV. Hiil. nella forma feguente : Tripudiantium mili-tum a g min a veflium pretiofarum , diverforumque colorum defuper arma varias habitus dìflinguebat (cioè la fopraveite ). Quodque magnum efl, & audi-lu mirabile, mulitrum choreas, ludentium intra Urbem in Cymbalis, & Tym-panis, Lituis & Violis , & in omni muficorum genere concinunt. Volentes-que fuarum pretiofarum rerum abondantiam , quamplerumque fequitur voluptas , oflendere, de domo in domum in oppofitum confifl^ntem ¡jaclatis ad modum arcus aut pontis , chordis & funibus , vías medias dejuper, non lauro , non ramis arboreis, fed caris vefìibus , & pellibus variis ( cioè preziofe , onde il nome Vajo ) velaverunt, Jufpenfis ad chordas fìrophccis , flettis , dextrocheriis , pri-fcelidibus , arbitris , gràmmads ( credo qui guafli i nomi ) armillis , friflis t & diverjorum ac pretiofarum annulorum appenfìone, diadematum edam , 6* fi-bularum , fu monìiium , in quibus gemmoe fdgendjjimcz relucebant, burfls fe-r'tcis , cultris tettis de piancavo , famito , byjjo , & purpura , cordnis , tovaliis , & hmeaminibus contextis auro, firicoque per totum , junttis velis , & palliis deauratis , quae dottus opifex citra & ultra mare de diverfa & opero fa materia, caraque flruxerat. Non era già sì grande apparato di ornamenti entrato di frefeo in Roma -, da molti Secoli quivi albergava l’opulenza , cioè K k 2 !a ma-