5ii de portiamo inferire , che fe tutte fi trovaffero le monete Pontificie, di molti altri Pontefici il direbbe il medefimo. Il Sign. Canonico Garampi numera otto Pontefici, che praticarono lo fteffo Itile di ometter 1* Imperadore nelle monete, cioè S. Zaccaria, Adriano, Stefano, Niccolò, Giovanni, Benedetto, Sergio, e Giovanni ( De num. Arg. Bened. 111. pag. 87. ), ed eruditamente dimoitra, che per folo onore vi fi vede impreffo in molti altri, nulla affermando fenza l’autorità di dottiflìmi uomini. (io) pag. 398. Anche 1’ UgheJli porta quefto privilegio ( hai. Sac. tom. 1. col. 361. ) , nel quale fi legge , Nectton difiriSium Ravennatenfem cum portis ¿r ripa, & portubus publica-Jiis, & omnibus Teloneis , ¿r moneta publica, quam hinc incinte a fieri prcecepimus . Quindi è che non fi può tacciare di fupporto : mentre Ughelli lo trafcrillè da Codice MS. Vaticano. Solo fi vorrebbe fapere , che autorità avelie Arrigo IV. Re di Germania giovanetto di 13. in 14. anni, e come folTe bene informato delle cofe d’Italia 1’Arcivefcovo di Colonia Arcican-celliere, che fegnò il Privilegio ? Senza la Coronazione Romana, che gli dava autorità delegata nulla valevano i fuoi Privilegi . Quefta non folo non 1’ aveva avuta ancora : ma non l’ebbe mai dal Romano Pontefice, e per confeguente di niun valore fono le grazie da lui a larga mano difpenfate, fpecialmente nello Stato della Chiefa. Che però fe la Zecca di Ravenna non fi fonda in altro Privilegio, quefto è molto debole. Si aggiunge, che l’anno ito9. Ottone IV. Augufto conferma tutti i Privilegj all’ Arcivefcovo Ubaldo, come cofta dal privilegio preffo Ughelli ( Id. ibi. col. 374. ) con replicar le ftefìiflime parole udite fopta: Cum portis, ripii, ¿r portubus a mare publicariis omnibus teloneis, moneta publica, qua hinc inan-tea ibi fieri pracipimus. Onde pare che non più da Arrigo IV. Re fanciullo, ma da Ottone IV. fia itata relìituita la Zecca. E quefto Privilegio d’Ottone è valido? Si fenta da Innocenzo III. ( Regefi. lib. 13. ep. 177. ). Otto cantra nos indigne fe gerit, qui eum toto conarnine Jiuduimus promovere. Tra quefta lettera e il Privilegio non vi corre'che un anno: mentre il Privilegio è dato il dì jo. di Ottobre 1109. e la lettera il dì 12. Novembre dell’ anno ie-guente*: ma d’altra parte fappiamo, che Ottone appena coronato cominciò ad occupar gli Stati della Chiefa, fenza voler redimire i già invali contro il fatto giuramento ; e lo con -feifa il Muratori medefimo negli annali ( an. 1109. ) . Onde non ci dee render maraviglia, che tai Privilegi fi trovino contro ogni ragione, e giuftizia nell’ Arcivefcovado di Ravenna. Ce la debbono bensì render grande le parole del Muratori, che la Zecca fife conferita da Arrigo IV* agli Arcivefcovi V an. 106$. Perciocché i?. anni prima Gregorio V. vero e legittimo Signore avea conceffo all’ Arcivefcovo Gerberto 1’ anno 998. Diftri&um Kavennatis urbis , ripam integrarti , monetam , Teloneum , mercatum , muros, ¿T omnes portas civitatis . Come Ielle , e copiò dal predetto Codice l’Ughelli ( ld. ibi col. 353.). E di quefta forte fono i Privilegi Pontifici, che furono efibiti a Tnnocenzo III. e lo fecero fopraffedere per allora dal ricuperar 1’Efarcato , come avea fatto d5 altri Dominj della S. Sede. Di ciò parlai nel Giornale dell’anno 1747. ( pag. n. feg. ), e qui fia detto di palleggio, e per rinfrefear-ne la memoria di chi legge,