Decimaquinta. 139 {angue Libertino, come ii usò al tempo de’Romani, i quali riputavano ben inferiore a gl’ingenui chi difcendeva da Genitori Liberti, e ci vo-lea del tempo a purgar quella macchia. Tuttavia pretto l’Ughelli nel Tomo IV. dove tratta de’ Velcovi di Vercelli, lì legge un Decreto di Leone Vefcovo di quella Città, fatto fui fine del Secolo X. prcefentia Judi-cum, Civium ajfluentia refidente & Militum , appofiris Evangelus , & Libris Legum, Chartis contra Legenì jaclis ( fi quee erant ) legai iter incifls, nobi-hter acclamante Populo, furono di nuovo rimeffi ili Servitù tutti coloro, che eifendo già Servi della Chiefa di Vercelli, per negligenza o vizio de’precedenti Vefcovi a jugo Scrvitutis in Libertatis Nobilitatem ( notili quella parola ) tranfterant , & ipfam EccUjiam in derifu , & defpeclu habe-bint. Confetta il Vefcovo, ab ejusmodi Ltbertis , quod aliquibus divitiis infiali ejfent , inquinari Nobtles . Certamente fi può credere , che anche allora ubborrifiero i Nobili di mifchiare il loro fangue con de’Liberti , co-me oggidi ancora fogliono attenerti da’maritaggi con chi poco fa o per fortuna, o per induttria è ufeito dal fango . PreiTo Marcolfo Lib. 2. Ca-pit. 33. un Padrone dona ad un fuo Servo la Libertà , ea conditione ut dum advixero , mi hi defervtas ; pojì obitum vero meum fi mihi Juperfìes fueris fis Jngenuus &c. peculiare conceffo , quod habes , aut elaborare poterìs . A quella maniera d’impegnare per tempo la Libertà a i Servi, ebbe riguardo Aftolfo Re de’Longobardi nella Legge 2. Si qtiis Langobardus, die’egli, perùnentes fuos ( cosi ancora fi appellavano i Servi ) thìngare voluerit ( cioè manumettere ) in quartam manum dandos , & chartulam ipjìs fecerit, Zfibi refervaverit Jervitium ipforum, dum advixerit ; & decreverit , ut poji obuum ejus Liberi fint , Jlabile debeat permanere fecundum textum Chance, quam ei feùit , &c. Finalmente fi dee aggiugnere, che fe il Liberto era pienamente manomeifo con avere il Padrone rinunziato al Giuspatrona-to, allora potea tettare , e far ciò che gli piacea della fua roba. Ma durando il Giuspatronato , e non avendo Figli , la fua roba tornava al Patrono. Convien ora parlare de gli Aidii, & Aldiane, de’quali sì fovente fi truova memoria nelle Leggi Longobardiche e nelle vecchie Carte d’Italia, ma non già preflb i Franchi , ed altre Nazioni . Furono dunque gli Aidii, detti anche Aldiones , una forta d’uomini fra i Servi, e Liberti » Non erano Servi, perchè manometti ; nè veri Liberti, perchè tuttavia obbligati a fervire il Padrone e i fuoi Eredi . Il Du-Cange nel Gloffario citando le Chiofe del Lindembrogio , riconofce 1’Aidio flatu Liberu m , & Libertum cum impofitione operum. Pofcia come dimentico di quefto , fog-giugne , che gli Aldii erano ex genere Servorum , tamttft peculiaris & propria fuit Servorum fpecies , ab aliis nimirum Servis divifa . In pruova di ciò egli cita la Legge 84. Longobardica di Carlo Magno, dove fon quette parole : Aldiones, vel Aldiance ea Lege vivant in Italia in Servitute Do- S 2 mi*