191 Dissertaz ione dos Artifias deflinat , peritos utique in Arte Mufìvaria , & Quadrettano. . Ex quibus videlicet alti Abfiìam , & arcuiti, atque vcfìibulum majoris BafìhC(e Mujìvo comerent &c. Più iotto aggiugne : Quarum Artium tunc ei deflinati Magiflri, cujus perfeclionis fuerint, in eorum efl openbus exijlimari ; quum & in Mujìvo animaias feras autumei quisque Figuratas , & queeque virentia cernere , & in marmoribus omnìgenum colorum flores pulcra putet diverfìiate vernare. Ecco Opere di que’tempi degne anche delle noftre lodi. Vien commendato ancora l’ Abbate Defiderio , perchè Artium ijiarum ingenium a Quingentis & ultra jim Annis magiflra Latinitas intermiferat, & fludio hujus , inspirante & cooperante Deo nojìro , hoc tempore recuperare promeruit, ne fané id ultra Itallite deperirei , fluJuit vir totius prudenti# , plerosque de Monaflcrii pueris diltgenter eisdem Artibus erudiri. Ma come, o buon Leo-iiq , da cinquecento e più Anni perduta in Italia 1’Arte de’Mufaici ? Una frotta di tefìimonj ho io in pronto da opporti. Prima di farlo , Tentiamo come l’Abbate Angelo dalla Noce illuftri nelle Annotazioni queilo paf- lo. Sette , die’egli, a Qui/igentis & ultra , nempe a tempore Theoòsnci, qui omnes bonas Artes eliminava ab Italia , quarum ipfa Magiflra fuerat : Goffamente in vero j perciocché , come abbiam già fatto toccar con mano, Teoderico a tutto potere confervò e fomentò le buone Arti in Italia ; nè occorre fop-ra ciò aggiugnere altro . Che poi per molti Secoli dopo Teoderico duraffe in quefte Provincie la profellìon de’ Mufaici , oltre a gli efempli accennati lo confermeranno iieguenti. Mafiìmiano Arcivefcovo di Ravenna dopo Teoderico, ficcome abbiamo da Agnello nella fua Vita , Ecclefìam cedificavit beati Stepham a fundamentis mira magnitudine &c. Ad latera ipfìus B afille¡e Mo-najieria parva fubjunxit , qua omnia novis Teffellis auratts , fìmulque pro-m fcuis aliis calci infixis mirabtliter apparent. Con egual cura Agnello Arcivefcovo di quella Città riftorò la Chiefa di San Mattino , quee vocatur Coelum aureum , & parietes de imagìnibus Martyrum Virginumque Teffellis-dccoravit, & pavimentum Lithofìratts mire compofuit. Ecco i Mufaici di vetro e di marmo. Gli ultimi erano chiamati Lithofìrata. Quefto Tempio l’avea fabbricato da’fondamenti il Re Teoderico, come il medefi-mo Agnello attefta , il quale anche nella Vita dell’Arcivefcovo Pietro femore fcrive d’ aver veduto in Pavia Palatium Theoderici , & Tribunalis Cameras Teffellis ornatas. Corta in oltre , che nella fteiTa Città di Ravenna , imperando Giuftiniano Primo, e il Secondo, i Templi di Santo Apollinare , vecchio e nuovo , e di Santa Maria in Cofmedin furono ornati di Mufaici , e quefti fi mantengono ancora oggidì. D’altri parla Agneho , ed affai più Roma ne conferva , la maggior parte de’quali fu raccolta , e illullrata da Monfig. Ciampini. Anzi fi può dire , che in niuno di que’Secoli Roma fu priva di tal Arte ; e fpezialmente fi rni- o.o.o tuttavia i lavori fatti per ordine di Adriano L Leone III. e Pafqua-