IX d’ofcurità per la loro llravaganza , non dee defraudarli della meritata lode chi consigliò 1’ Autore al compendio e traduzione della vaila opera latina : ha egli penfato al pubblico giovamento . Quello per altro fi debbe intendere di tutta l’opera in genere ? del cui merito chi vuol’edere informato a pieno , è mellieri, che due luoghi degli Annali del Card. Baronio richiami alla memoria. 11 primo è nel fine dell’Ottavo Tomo , il quale comprende il fertimo fecolo fino all’anno 714. vale a dire i principi de’fecoli barbarici ; ed è tale : Si-Jlendum heic modo Jlatuto termino a Gregorio ad Gregorium. Etenim a primo cgrejji , velut hojpitali accepta tejjera apud fecundum, ad cjuem perveni-mus , hofpitaktatis jure quiejcimus, & qui de rn itinere faticati : quum interdum per vajta n rerum gefìarum ujnoramici J'olitudinem , juerit in invio via laboriose quaereriòa, aliquando velati per ardua montiurn injlar Jonathce fuerit ma-nibus , pedibufque ’reptandum , ut oppojitas immenfas ubique difficultates fupe-rare poffemus. L’altro luogo è parimente nel fine del Tomo Decimo, in cui comprele le inversioni, o itravaganze accadute nel ferreo iecol decimo , che tra’fecoli barbarici merita il primato. Quanam, dice rivolto a Dio 1’Annaliila fa ero , referri pojjunt a nobis gratiarum acliones , quod nos incolumes ( quod vix spe concepifjemus ) ad annum hunc mil/enarium perduxi-jli quod cymbam tenuem , oceano vaflijjimo ereditarti , ad talem deduxifli fla-tionem , ex qua ad portum haud adeo difficilis navigatio jit ? Da quelli due luoghi , i quali divifano le angullie, in cui trovoflì il Card. Baronio , in dovendo trattar delle cole avvenute ne’baffi tempi , con tutto 1’ ajuto della Biblioteca Vaticana, e delle altre notizie , che radunò altronde , per continuar la grand’ opera intraprefa, lì conofce il pregio delle Antichità Italiane. Imperciocché, fe il Ven. Annaliila foiTe llato fornito di tanta abbondanza di Documenti, quanta in eiìì ritrovali, meno iterili avrebbe creduti gli anni fpecialmente del i'ecol decimo * avrebbe data meno anfa a’Critici di cenfurar ciò che in parte di effi racconta; ed avrebbe con fincerità efpollo ciòcche altri ha llimato meglio tener celato . Nulla dico del fecol fettimo , 5hé ttmto lcabrofo rap-prelentoiìi al Ven. Scrittore . Ma non pollo tacere , che la Diflertazione 69. in cui tratta 1’ Autore de’ Patrimonj della S. Sede non molto plaufi-biimenre , avrebbe avuto campo meno fpaziofo per corrervi con libertà dall’ un lato all’altro, fe il Card. Baronio avelie potuto aggiugnere a ciò che ne dille, i nuovi lumi feoperti dopo, de’quali non fi fa ufo in quelle Differtazioni: perchè la S. Sede pare che fia 1’ ultima ad eiTer confiderata . Quella è la caufa principale che mi ha modo ad aggiugnere all’opera per le lleila lodevoliffima alcune note di quando in quando,.dalle quali due cofe faranno evidentemente palefi , cioè : che 1’Autore s’imbevetre da giovane d’alcune opinioni falfe contro al Dominio temporale iella S. Sede, le quali ha voluto follener fino all’ultimo, del che è reilimonio quell’opera laicista da lui impeifetta : e che ciò non nafeeda prava vo-D:JJ\ hai. Tom. I. b Jontà -,