Documenti (n. 7) 75" DOCUMENTO N. 7 Colloquio Bonin-Poincaré (Telegramma dell’ambasciatore Bonin al ministro Sonnino) Da Parigi, 28 Aprile ¡giglio approfittato della circostanza che non mi ero più recato dopo capo d’anno dal Presidente della Repubblica per chiedergli ieri un’udienza. Egli mi ricevette con una premura che dimostrava il suo vivo desiderio di parlarmi della situazione. Egli la giudicò assai grave. Criticò severamente la condotta di Wilson, che, secondo lui, appare male informato. Lo è ora sulle cose d’Italia come sempre fu su quelle di Russia. La situazione è grave, perché da un lato Wilson non può indietreggiare e dall’altro la disposizione dell’opinione pubblica italiana accentua tensione. Il Presidente mi ripetè quanto più volte già mi aveva detto, che non avremmo mai dovuto uscire dal Patto di Londra che ci rendeva fortissimi. Gli rifeci la storia, che del resto non ignorava, della questione di Fiume ed egli mi rispose che modificata la situazione avremmo dovuto provvedere nel modo seguente: Chiedere ai nostri alleati se potevano assicurarci di fronte all’atteggiamento dell’America l’esecuzione integrale del Patto di Londra e in cambio fare le concessioni che sarebbero state necessarie per ottenere l’adesione dell’America circa Fiume, che certo sarebbe stato cosi più facile ad ottenere. Osservai che in sostanza abbiamo fatto la stessa cosa, ma egli replicò che con la procedura da noi seguita si è prestato il fianco al rimprovero di essere usciti noi dal Patto di Londra, ed egli insisteva vivamente a metterci in guardia contro il pericolo che ne scaturiva a nostro danno, fra cui quello che alcuni pensassero di firmare la pace al-l’infuori di noi. Combattei dal canto mio la tesi della caducità per fatto nostro del Patto di Londra con tutti gli argomenti che V. E. immagina e che qui è inutile riprodurre, e osservai che ci