jio Dissertazione Noce. Oggidì fanno gli Eruditi, che la Blatta è una fpcjcie d’ Infetti chiamati Chermes da gli Arabi , che nafcono da i grani , ghiande o cocchi di certe Elei, col fangue de’ quali fi tinge la lana . Quindi è nata la voce Vermiglio, e tintura in Grana . Vermiculaius lignificava lo Hello preflo gli Scrittori della baila Latinità. Il Conte Ferdinando Marfilli Bo-Iognefe intorno a ciò fcrilfe una bella DilTertazione. Poco fa trovammo Triblattum : bifogna ora udirne l’interpretazione da San Pier Damiano, che così fcrive nel Lib. IV. Epift. 7. Quidam Rodu/phus mihi Palliumre-verenter obtulit , quod Triblathon juxta fui generis fpeciem nuncupatur. Tri-um quippe colorum ejì, & Blathon Palliavi dicitur : unde Triblathon Pal-lìum dicitur , quod trium cerniturejfe colorum . Ho quali dubitato , che qui fia qualche giunta al tefto di Damiano : perchè come intendere , che colla Riatta fi pollano far tre diverfi colori ? Dovrebbe effere Io ilelfo che della Porpora, di cui egli medefuno fcrive quelle parole nell’Opufc. 31. Cap. 6. Regalis itaque Purpura , quia unicolor ejl , vilipenditur. Pallia vero diverfis fucata nuoribus , ad fublimis lectuli deputantur ornatum . Gualfredo Poeta Inglefe, che circa il 1202. fenile un’ironia fulla Corte di Roma, fcrive: Cocco bis lincio Urbi dat Grecia pannos. Sembra che il Triblattum folfe una triplicata tintura. Tele e panni di tanta preziosità ficcome abbiamo avvertito , formavano Splendidi addobbi a i facri Templi, e trovavano buon albergo ne’Palazzi de’Principi e de’Re, i quali fpezialmente ufavano velli di molta magnificenza. Contuttociò fon io perfuafo , che molti ancora de’ Nobili ricchi ufalfero veilimenti pompofi , e di panni e tele llraniere , a caro prezzo cereamente pagate. Il Monaco di San Gallo de Reb. belltc. Caroli M. Lib. 2. Cap. 27. racconta un piacevole avvenimento , di cui non mi fo io mallevadore . Truovavafi in Italia quel gran Monarca , ed eifendo venuto ad Urbem Fujolanam , quam qui (ibi fcioli viden-tur, Forum Julienfe nuneupant ( cioè Cividal di Friuli ) invitò all’im-provvifo alla caccia i fuoi Cortigiani in eodem habiiu , quo induti erant. Erat autem imbrifera dies & frigida. Et ipfe quidem Carolus habebat pellicium ber-bicinum, cioè era veilito con pelle o pellicia di cailrato. Eginardo nella fua Vita fcrive, che in tempo di verno eifo Imperadore fi copriva il petto e la fchiena con pelli di Lontra. Seguita a dire il Monaco : Ceteri vero, utpote feriatis diebus (cioè il dì di fella , ne’quali fi coltumava l’andar più nobilmente veftito ) & qui modo de Papia venijfent, ad quam nuper Vìnctici de transmarinis partibus omnes 0rientalium divitias ad-veclajfent, Pheenicum pellibus avium, fcrico circumdaùs , & pavonum collis cu>n tergo, & cìavis mox florefcert incipiendbus, Tyria Purpura , vel dia-ciedrina lina ( lo lleffo è che Li fi a ) alti de lodicibus , quidam, de ghribus^ circum amichi procedebant. Coperta da letto è fpiegata da i fabbricatori de’ Le/ìici Lodix; Lodicis, Qui pare la pelle di qualche beiliola , di cui fi for-