Decimanona. 179 fii homìnes veflà dent . Sed omne Tributum, & Cenfu/n, & Servitium , Por-taticum, & Plateaticum , & PenfLonem, quod per annum pars ìpfius noflYi Sagri P alani illi, qui in eis , ut di cium cfl, mercimoniaverint, & vendiWe-rint, & emerint, facere & perfolvere debuerint, /¿¿i tuisque Succefforibus fa-ciant, & perfolvant . Così nell’ Anno 1080. Domnus Marinus Sebafìus Dux Amalphita.norum conctffit Sergio &c. toium Plateaticum de omnibus pifcibus, & feptem loca prò coflruendts Planchis juxta locum , ubi Cameni, & pifces vendunt in Amalfa, &c. Veggonsi ancora nominate ne’vecchi Documenti Forfaturce , che più u-fualmente furono F orisfaclurcc , cioè le pene pecuniarie, che fi pagavano per li delitti criminali al Fifco. Siccome ancora Scadentice peregrinorum & ex-traneorum. Il Du-Cange interpreta la voce Excadentia, così: Bona caduca , qua: in Fijcum cadunt, feu ex commiffo , feti alia quavis rettone . Quanto a me credo, lignificar quella voce le Eredità de’Pellegrini, e Fureftieri, che mancavano di vita fenza far Teflamento, e, fenza Eredi chiamati dalla Legge, le quali erano prefe dal Fifco. Nella Cronica del Moniitero Beneventano preifo l’Ughelli Tom. Vili, fi truovano varj e-l’eropli di Beni occupati dal Fifco , perchè i pofleifori foreftieri non avea-no con atto legittimo nominato Erede alcuno . Si fa ben peggio in alcuni paefi oggidì, ne’quali i Foreiberi Yion fono ammeiìì alle Eredità, benché Agnati o Cognati, e benché chiamati ne’Teftamenti -, e tutto fel divora il Fifco. In Sutri nell’An. 1220. fu ordinato, che non valefie i’ ultima difpofizione de’Pellegrini , fe non v’interveniva il Prete col Ga-italdo della Curia, o pure con due Vaifalli della Chiefa'Pvomana. Ma fopra modo crudel confuetudine e barbara Legge.era ne’paiiati Secoli quella , che il Fifco occupava i beni di coloro , che aveano fatto naufragio . Lagan o Laganum fi appellava quefìa iniquiflìma ufanza , alia qual voce è da vedere il Du-Cange, che eruditamente fa vedere, quefta ef-fere fiata in ufo anche preifo i Greci e Romani antichi, e familiare pref-fo quali tutte 1’ altre Nazioni . Ne truovo anch’ io efempj in Italia , ancorché qui procedette con minor rigore che altrove. In una Donazione della Città di Gaydia, fatta nell’Anno 1045. ai Moniftero di Tremiti da Teflelgardo Conte di Larino , fi leggono le feguenti parole : Et fi naufradium patiatur qutzhbet navis in ipfo mare, quantum pertinet in no-flrcz offertionis, obltgo me ego Taffelgardus , ut nullam exinde lollam , fed tua fit poteflati , tuisque Jucceforibus, liberos ecs diwittere absque omni Ice-fione . Ne gli antichi Annali di Genova da me dati alla luce nel Tomo VI. Rer. Ital; all’Anno 1 270. circa dieci mila Genoveti con potente Flotta andarono in ajuto del Santo Re di Francia Lodovico all’ imprefa di Tunefi. Nel ritorno furono da fiera tempeila fpinte in Sicilia, e fracaf-fate le loro Navi, e gran copia d’ uomini vi perì. Porro Rex Carolus ( Fratello del Santo Re, e Compagno in quella fpedizione ) naufragio