566 L’Italia in Africa [15-v-ig] per ciascuno dei grandi Paesi dell’Intesa, in modo da evitare ragioni di conflitto. La zona riservata all’Italia sarebbe la penisola etiopica e somala. Il presidente Milner dichiara che l’applicazione dell’articolo 13 sarebbe senza oggetto se la Gran Bretagna e la Francia non realizzassero definitivamente gli acquisti territoriali in Africa, che sono attualmente previsti di una certa estensione, ma che ancora non sono stati decisi, non essendo stata ottenuta la rinuncia della Germania alle sue colonie. Crespi dichiara che l’osservazione è giusta, e che è d’accordo sul principio che le rivendicazioni italiane devono essere proporzionali alla misura degli acquisti territoriali delle altre Nazioni in Africa. Su questa battuta la commissione decide di sospendere la seduta per permettere ai rappresentanti britannici e francesi di studiare le proposte Crespi, e di dare una risposta conclusiva. Si stabilisce di riconvocare la commissione al più presto possibile. La seduta è durata quasi tre ore. Dopo colazione mi reco ad informare Orlando e Son-nino della lunga seduta per le colonie, e fisso con loro la linea di condotta per le sedute successive. Orlando e Sonnino sono andati stamane da Clemenceau a discutere di Fiume. Sembrano soddisfatti del loro colloquio. Orlando è ancora con me riservato, ma io non do alcun peso alla cosa che considero come un malumore passeggero dipendente dal suo stato fisico. Vengo a sapere che Miller ha fatto alcune proposte a Cellere, e che si stanno discutendo. Alle 16,30 Orlando ha avuto al riguardo un nuovo colloquio con House, presenti Miller e Cellere. Da ogni parte si tende a risolvere le questioni pendenti colFItalià, poiché si è finalmente capito che se noi perdessimo la pazienza e domandassimo sul serio l’applicazione del trattato di Londra, potremmo creare serii im-