Decimasettimà. i 6 5 rea, che il Fifco fofl'e del Re od Imperadore, ma in certa maniera anche del Conte. Nulla ho detto di fopra de i Dogi di Venezia. Si vuol ora ricordare, effere fuor di dubbio , ch’effi anche ne’ vecchi Secoli godevano il diritto della Camera e del Fifco. Son perite molte antiche memorie di quella Inclita Repubblica . Tuttavia abbiamo nel Tomo V. dell’Ughelli Itai. Sac. un Decreto di Tribuno Doge di Venezia, i’pet-tante all’Anno 982. dove è determinata la pena pagabile Camera noflri Palatii. Del pari in un Privilegio conceduto nell’Anno 1116. da Orde-lafo Faletro ii legge, che il trasgreffore pagherà per pena omnia quce pojjiòet Fifco Ducali, & Regali. Come cofa diilinta è detto qui il Fifco Regale , perchè già quella Repubblica avea conquiftata la Dalmazia e Croazia, che portavano la denominazione di Regno. Erano poi molti i Miniilri del Fifco deputati a raccogliere i tributi, e gli altri provènti della Camera Regia , o Imperiale, cheli chiamavano Aclionarii, Exaclores tnbutorum , Exaclores Reipublicce, o pure Exaclores rerum pu-bltcarum , Acfores Fifci Regii , A ciò re s Patrimonii Regii , ovvero Curtis Regia:, i quali ultimi, lìccome anche fotto 1 primi Imperadori, attendevano folamente a i Beni Patrimoniali dei Principe, e ne rifcuotevano le Rendite. Alla Regia Camera pare, che foiì'ero Prefidenti i Gajìaldi , de’quali s’è trattato nel Cap. X. Nè mancavano Advocati Curtis Regis, cioè Avvocati Fifcali, che nafcendo controverse, follenevano i diritti della Camera Regia . In un Placito tenuto nell’ Anno 806. da Guillera-do Vefcovo di Pillola , da uno Scabino, e da un Vailo Domnì Regis, fi difputava il poffeffo di una Chiefa fra la Corte del Re , e il Monille-ro di San Bartolomeo di quella Città. Giiilari figlio del fu Gifone, qui Caufam £urtìs Domni Regis peragebat , produfle le ragioni affilienti al Fifco,- ma fu giudicato contra di lui. DISSERTAZIONE DECIM AOTTA VA. Della Repubblica , e. parte Pubblica , e de fuoi Minijìri ; e fe le Citta d'Italia avejjero anticamente Comunità , come oggidì . YEnga ora meco il Lettore per ricercare, fe ne’vecchi Secoli le Città d’Italia confervaffero qualche forma di Repubblica, oggidì chiamata Comunità o Comune , ancorché foffero governate da i Magillra-ti de i Re ed Imperadori. Noi appelliamo Comunità il corpo de’ Cittadini, che ha Ufiziali e rendite proprie. Allorché moltiffime Città Iralia-ae godevano la libertà, folamente fuggette all’alto dominio de gli Im- pe-