'Deci ma nona. 18 $ va tutti i Beni di chi non pagava. Nè quella ufanza era propria de’foli Longobardi. Quafi tutti ancora gli altri Popoli Settentrionali praticavano lo Iterto . Vedi le Leggi Salica, Ripuaria , Bavarica &c. Anzi, anche ne’Sccoii poileriori fi veggono preferite pene molto lievi al Furto , ecl Omicidio. In una Bolla di Papa Gregorio IX. dell’Anno i 230. indirizzata a gli Uomini di Cartello Serrone , fi leggono le Tegnenti parole: Si aliquis commuât Omicidium, vel facit alicujus membri incifiorrem , beh et folvere Curies XX. fclidos Prove-nienfs . Et ille qui efi fpecialìs Dominus ejus debet jacere inde jufiiù am & vindici am. De fanguine vero debet Jolvere Curiez X. /olidos-. Item fi aliquis commitùt Furtum intra Caftrum de die, debet folvere Cunee V. foliaos ; fi de notte Xt folióos. Item fi quis furatur uvas vel confimilia, debet folvere Curia XII. denarios. Effendo ftate così leggieri una volta le pene , e cotanto inferociti e turbolenti i Coftumi de gli uomini, fi può bea conietturare, che frequenti forteto i delitti, con ingraziarli poi delle fpoglie de’rei il Regio Fií’co , e maífimamente fé fi trattava di ribellioni? . Con fuo Diploma Arrigo I. tra_ gl’Jmperadori nell’Anno 1016. donò a Richilda Conteffa medietaiem Curtís Trecentula , com medie-tate Cafielli, & Capellce, & Campi Ducis &c. ficut a Berengario, & Htigone filiis Sigefredi Comitis , nofiro Imperio rebellantibus hattenus vifa funi pofi ftòeri. Quella Richilda fu poi Moglie di Bonifazio Duca, e Marchele di Tofcana . Così nell’Anno 960. Berengario II. Re a Italia donò a Willa Regina fua Moglie Cortem Ubiani-, con dire di voler noto ad ognuno, hune Rogum , cujus heee kereditas legaliter vifa fuit, in no fi ri fi'òditatem cm-nino decidijfe, quodque fiatum Regni nofiri, nofirasque Perfonas, trattando penitus confènfit in nihilum redigere, nofirisque Ji copulava inimicis &c. Oltre a ciò pervenivano al Fifco Regale molte Eredità per piancanza di Eredi. Nella Legge 158. del Re Rotari è decretato, che fe alcuno muore lafciando folamente Figlie legittime, e Figli baílardi, i Parenti prof-fimi, cioè gli Agnati , prenderebbero due oncie del di lui arte. Et fi Parentes non f aerini, Curtís. Regia ipfas du as uncías fufeipiat. Che fe uno moriva fine heredibus res ipfius ad Cui lem Regis feadevano: il che va in-tefo , purché egli non averte teflato . Gii eredi legittimi fi computavano ufque ad feptimum geniculum, o fia grado. Dura anche oggidì in molti Luoghi quello coftume o più duro, o più mite fecondo gli Statuti. Guai-mario I. Principe di Salerno ( come colla da un fuo Diploma dell’ Anno 886. ) donò alla Chiefa di San Maflìmo fondata da Guaiferio Principe fuo Padre in Salerno integras res Benenati & A-demarii &c, eo quoi fine heredibus mortui funt , & facri nojlri Palaùi pertinent. E di qui s’intende , come sì fovente gli antichi Re ed Imperadori donartero alle Chiefe tanti poderi e Corti, come corta da i loro Diplomi, i quali quafi foli fi fono falvati dalle ingiurie del tempo, e però tuttavia efiftenti ne gli Ar-chivj Sacri. Col nome poi di Coni lignificavano gli antichi l’unione di molti