o Dissertazione prcsdiam cmit, cujus pretium ejl Crofina una vulpinea. per exflimacione ex va-lientibus de Denanorum Vzronenfum Solidis trigima & duos . CeSlava ben molto un sì fatto mantello. Tutte le Vefti poi fi chiamavano anticamente Raubce & Robce tanto in Italia, che in Francia; anzi fu eiTa voce trafportata a tutte le fuppellettili. Gli Spagnuoli tuttavia fe ne fervono per ogni forta di Vefti. Cita il Du-Car.ge gli Statuti de’Benedettini di Linguadoca del 1226. Gap. 16. dove fono le feguenti parole. Illas qui-dem Vtfìes , qua: vulgo Balandrava , & Supertoti vocantur , pcnitus amputa-tnus . In vece di Balandrava dubito io che s’ abbia a leggere Balandra-nas perchè dura in Italia il nome di Palandrane), Significante un Gabbano , cioè il Mantello colle maniche. Pallium era chiamato da gli antichi Romani quello, che era Mantello fenza maniche, e ritien tuttavia il nome di Mantello e di Tabarro. Nelle Coftituzioni MSte di Guido Vefco-vo di Ferrara del 1332. fi legge: Si converfus ft Ecclefce Seccularis, fu-periorem vejlem , feilieet Tabardum cum Caputio appenfo eidem , vel fcapulari honefli colorts, teneatur portare. Di quefta voce ancora è fatta menzione ne i Sinodi di Ravenna dell’ Anno 1314. Non ci farà tefta d’uomo, che fot-toferiva al Menagio, che colle fue Strane gradazioni vuol tirare la voce Tabarro da Alanti o Mantelli, o pure di Capa. Ufarono anche gl’Inglefi la SteiTa voce . Enrico da Knygthon all’ Anno 1 295. fcrive : Dedcrantque fi-gnu ni inter fi, ut Jlc juos mutuo cognofczrent in congrefju cum Anglicis , ut Scotus diceret Anglici Tabart, alter refponderet Surcote , & e converfo. Fra le antiche voci Celtiche raccolte dal Boxhornio nel Gloffario lì truova anche Tabar, Tunica longa ; ed egli in oltre olTerva, tuttavia diri! da i Popoli della SaiTonia inferiore ein groot Debbcrt, il qual D. pronunciato ftret-ramente diventa T. Quelle Vedi, che da gli antichi furono appellate Giubbe, Giubboni, Giubbetti, Giub bere Ili, erano veili corte, portate fotto la Tonaca . Pare a noi venuto da gli Arabi queito nome, allorché eifi frequentavano l’Italia, perchè , fecondo il Gollio nel Leftìco Arabico, hanno gli Arabi Giubbaton, 'Significante Tunuam e panno geffipino, cui Pallium fìve Toga imponitur. Per atteftato ancora del Giggeo nel Suo Leflìco, nella Lingua di coloro Sì truova Al-Giubbato , vefiis ex lana cr afflare, hauò alio colore infetta , quam quem a natura habet. V’erano eziandio Pellaròce , così chiamate dalle Pelli; e Cabani, oggidì Gabbani ; e Bariiloti: parole, che s’incontrano nella Storia Piacentina del Muffo . E qui’fi offervi la varietà delle Lingue. Sottano, ovvero Sottana, pare che a tutta prima foffero chiamate le Camicciuok, che fi portano lotto la Tonaca, o come diciamo oggidì, Giufiacuore. Imperocché vecchia-mente in vece di Sub adoperarono Subius ; e di qua venne poi Subtanum, o Subtana , vefte propria delle Donne. Nè fi dee ricevere la coniettura del Du-V_,ange, che Stimò, Subtaneum dici, quod forte Subtanorum, fu Turcorum vefiis propria fuzrit. Dalla voce Subtana a mio credere nacque V al-