468 Dissertazione fima Città diTrivigi, dove è fatta menzione Monetarli, anzi-è menzionata la ileila Moneta pubblica , cioè la Zecca ivi efiftente . Feci perciò iilanza al dottifiirno Canonico e Patrizio Trivifano Antonio Scotti, acciocché ufaile diligenza per ifeoprire alcuna Moneta dì que’remoti Secoli. Finalmente mi rifpoi'e d’averne trovata una , anzi me la inviò . La ravvi-fai toilo de’tempi Carolioi. Comparifce ivi il Monogramma di Carlo Magno, cioè KAROLVS, e nel rovefeio TARVISIO. Perciò non reità più dubbio, che per quali mille anni a quella Città competeffe il Gius di battere Moneta , che ferviiTe pei Ducato del Friuli. Se poi quello continuaiTe fotto gl’Imperadori Tedefchi, noi so dire. Ben so , che ne’ fuifeguenti Secoli non folamente il diritto della Zecca, ma la Città medesima fu conceduta a que’Vefcovi, come atteilano le antiche Memorie. Aggiungo un’ altra fimile Moneta , folamente di differente modello, che s’è trovata dipoi colle Lettere fuddette . Torino. Allorché’quella nobil Città godeva il privilegio di Repubblica , nè ubbidiva i Principi di Savoia, fu battuta una Moneta d’argento, dame veduta preiTo il Sig. Giufeppe Maria Cattaneo Modenefe . Dopo la morte di Federigo II. Auguilo , accaduta nel 1250. Tommafo Conte di Mo-rienna s’impadronì della Città di Torino. Ma nel 1 2.5 5. o più tolto nel fegaente, inforta una fedizione , fu elfo Conte imprigionato da i Torine-fi, e poi confegnato a gli Artigiani di lui nemici. Pare che a que’tem-pi s’abbia da riferire eiTa Moneta, nel cui diritto fi veggono l’Arme, probabilmente della tìeifa Città con tre Stelle di qua e di là , e le lettere MONETA TAVRINENSIS. Nel rovefeio è un’ Aquila coll’ali aperte, e nel contorno CIV1TAS IMPERIALIS . Verona. Fra le Città del Regno d’Italia, che dopo le privilegiate ne’più vecchi Secoli, cioè Milano , Pavia, Lucca , Benevento e Trivigi, cominciarono a godere la facoltà di fabbricar Moneta , fi dee contare l’illustre Città ò\Vtrona . Della Pecunia Veronefe noi troviamo memoria nelle antiche Carte. In una Ferrarefe nel 1113. io leggo: Et in omni fejli-Vttate Sancii Martini annualiter daturus funi vobis in vejlro arbitrio porcutn t/num de pretto Solidorum 0B0 'òenariorum Veronenjium &c. In un’altra parimente Ferrarefe del 1078. fi legge: Dei pars parti pene nomine Der,a-rìorum Veronenjium Soltdos trìginta & fes. Così in una Carta di Beatrice ConteiTa, di cui fu fatta menzione nella DiiTertaz. XI.fi veggono nomi" nate centum Libra denariorum Veronenjium. E già vedemmo , che Arr’g0 lì»