308 Dissertazione le rotonde . Seguita a dire il Falcando . Multa quidem , & alia videas ibi vani colo ri s , ac diverfi generis ornamenta, in quibus ex Sericis aururn ìnte-xitur & muldformis Pittura varietas gemmis interlucenubus illujìratur. Margarita quoque aut integra ciflults aureis includuntur , aut perforata filo tenui connettuntur , & eleganti quadam difpofitionis indufiria Pitturati juben-tur formam operis exhibere. Ecco le belle fatture di Seta, che circa 1* Anno 1169. il lavoravano in Palermo coll’Arte portata colà dalla Grecia. Noi, che ammiriamo, e con ragione, la beltà e varietà di tante Drapperie de i nodri tempi, abbiano nondimeno da confedare un obbligo non lieve a gii antichi, che ci hanno prima fpianata la vin , e fenza i lumi loro non potremmo oggidì vantare un sì gran progreifo nell’Arti. Se abbiamo da predar fede a Niccolò Tegrimo nella Vita di Cadruccio , per lungo tempo il lavoro delle tele di Seta lì mantenne predo i folo indudriofi Lucched , ma dopo il lacco dato nel 131 4. a quella Città da Uguccione dalla Faggiola quegli Artefici lì difperfero per tutta l’Italia , in modo che altre Città na divennero anch’ ede maedre. Ahi, die’egli, Vinetias , Florentiam, ahi Mediolanum , Bononiam quidam, partim in Germani am , (S* ad Gallos , Britanosque dilapfi funt. Sericorum pannorum Ars, qua foli Lucenjes in Italia & divitiis ajfluebant , & gloria florebant, ubique exerceri coopta. Gli Oltramontani oggidì vendono a noi ciò, che impararono da noi. Erano fpezialmente i più preziofi lavorieri di Seta , 0 di Lana, o di Ricamo , adoperati ne gli antichi Secoli per ornamento delle Chicle, cioè in Pianete , Piviali, Fallii , Padiglioni di Altari, Spalliere , e Cortinaggi per le colonne . Di quedi ultimi fa menzione Giovanni Diacono nella Vita di Santo Anadaiìo Vefcovo di Napoli del Secolo IX. In Ecclefia Stephania , così egli, tredecim pannos fecit, Evangelicam in iis di-pingens Hfloriam , quosjujfit de columnarum capitibus aòornamentum pendere.-Non mancava in que’tempi quella forte di velame di Seta , che noi appelliamo Sendale, Zendale, Zendado. Rolandino nella Cronica Lib. IV. l^ap. 9. ne parla Time acceffu ttnus de Popularibus ad Cendatum pendens de fubhmi amena Carroccii. Anche il Boccaccio ne fa menzione nelle Novelle. Parimente fi truova memoria predo i vecchi Scrittori del Taffetà, forfè non diverfo dallo Zendale ; dccome ancora della Saia panno di lana $ e del Camelotto , o Camelato , o Camelino, cioè di panno di lana intedùto di peli di Camello o di certe Capre. Da Marco Polo ne iuoi Viaggi fu chiamato Zambeloto, predo i Modened è Cambelloio , e predo i foicani Ciambellano . Quedo li fabbrica tuttavia. Ma nelle vecchie memorie s’incontrano tele e panni con tali nomi , che feuri aflat--to riefcono oggidì; come nelle Vite de’Romani Pontefici Ve la di minilo, O imitilo, Pianeta Diafprce, Diapifia , de fundato &c. In uno Strumento Brefciano dell Anno 761. li truovano Pallio uno de Blatta melella , alio Pallio de blatta lufca. Urbano III. Papa 3 come ha un Codice MSto Mila-