5°7 dolio . Così anche la Legge Longobardica ( L. r. tit. i<¡. §. 78., ) ufa un tal termine per denotar Luogotenente, o Vicario mandato in luogo di Giudice, o Conte prelidente in alcun luogo : Si qtiis furem vel latronem ad prcefsntiam Judieis aut Comitis, qui tu loco praeft, ve l loci Servatoris , qui mijjus efl, adduxerit. Ma nel cafo prefente non può mai darli titolo di Vicarj, o Luogotenenti all* Arciprete, all* Arcidiacono, e al Primicerio de' Notari in tempo di Sede vacante . Tal nome può bensì convenir loro in aflenza dei Pontefice : e lo inlegna S. Martino I. nella Tua lettera a Teodoro { Labbè Concil. tom. 6. pag. tf 5. ) dicendo."/« ebfentia , Pontificis Archidiácono, & Archipresbyter, & Primicerias /cairn prafentant Pontificia . Dilli può convenire ; perchè nemmeno in calo d' aflenza affermerei di certo, doverli il titolo di Vicario del Pontefice ad altra perfona , fuorché all' Arcidiacono. Quello infatti lo trovo efpredamente chiamato negli Ordini Romani antichi ( Muf. tal. to. i. pag. 3. <¡J f7. ) Vicarium Papa . Vicarium Pontificia. E oltre a ciò lo vedo qui nominato in primo luogo, dove all' incontro in Sede vacante fìa in mezzo tra 1 Arciprete, e il Primicerio, perchè elfendo morto il Pontefice , veniva a celiare il fuo ufizio : ed egli non aveva altra diiìinzione, che quella d' eder capo de’Diaconi Cardinali, o lia del fecondo ordine del Clero della Chiefa Romana . Ma lì accordi il Vicariato o la Luogotenenza atuttitre vivente il Pontefice: fi farà il medelimo, quand’egli è morto? Gli el’empli addotti fopra ripugnano. Di più uno di quei tre Perfonaggj , che fcriflero agli Scozzeu la lettera riferita da Beda cioè 1’Arcidiacono , era fiato eletto Papa , e non poteva elfer Vicario 0 Luogotenente di fe lìefiò . Quindi è, che non fi legge nel titolo di elTa lettera Joannesfervane locum &c. come degli altri . Eccone il titolo fteflo riportato infierne colla lettera anche dal P. Labbè ( Conc. to. 6. pag. 1757. ) DilettiJJtmis (yc. Scotis Hilanus Archipresbyter, & fervans locum S. Sedis Apoftolica, Joannes Diaconus , iy in Dei nomine ele cías, item Joannes Primiceritis, ¿r fervans locum S. Sedis Apoftolic. . Adunque non fi appellavano fervantes locum 4yc. i primari Preti. Tanto più. che il Primicerio de' Notari era femplice Cherico : onde, per parlar proprio, dovea dirli i Capi d' Ordine del Clero Romano . E lìccome anche a’noltri tempi i tre Capi d’Ordine in Sede vacante fi poiìono chiamar fervantes locum S. Sedis per 1’ amminiltrazione ; ma non Vicarj o Luogotenenti: così anticamente non erano tali5 vacando la Sede; lo erano bensì, alfente il Pontefice . In quello s'è ingannato anche jl Du-Cange alla voce Locifervator . E il P. Gar.nerio lib. Diurn. Rom. Pont. cap. i. tit. 1. ) non ha capita la differenza tra la Sede vacante, e il Pontefice alíente: perciò gli recò mara-vigTia la mutazion di fito dell’ Arcidiacono^ (10') pag. 147. Il Ven. Card. Baronio parlando di quedo Autore ( an. 99*. n. ¿3.), la cui Storia venne in luce a’tuoi giorni 1’ an. H71. Suis Script is, dice , quam fuerit animo infenjiffi-mo in Apoftolicam Sedem juxta illud Matth. zfi. loquela tua manifeftum te facit , quivisfacile poterit intelligere ( nifi probra il/a fuerint additamenta potius ejus , qui edidit , Novator is hceretici hominis : quum peculiare , fit illis , libros quos potuerint, depravare dum nulla in eo l‘bro pretermitíitur occafio carpendi Romanos Pont ifices ; immo iy fine occajìone omnia ipforum fatta in deteriorem accipiens partem, cordi> fecreta rimans, & in malum fenfum femper in-terpretans,in eos eorumque »2 in'Jiros acerbi/Jime invehí tur femper, nec parcit unquam ... A quo hoto Ji quis detnat calumnias , invettivas, dieacitates, iy blasphemias in Apoftolicam S e-dem frequentar iter atas , aureumfane dixerit Commentarium . Per togliere ogni credito al fatto chequi li racconta in pregiudizio della Corte di Roma , balta' riflettere , che in quelli tempi tra 1 ontefice Gregorio IX. acuì dobbiamo i cinqne libri delle Decretali , e per conseguente appiamo di certo, che grazia limile con illufione del retto operare di un Vefcovo contro 1 ulure, non li ottenne da Roma. ' V* ^^u°8° di Rade^ico, che qui porta, non è doglianza del Pontefice^è u- ro te api o propoli al. BarbarolTa da' Cardinali Legati, a nome del Pontefice, che non ^lla c°ftanza contro quel Principe ingratilfimo . E fi può veder „ 1 r’° ' ,an• num- >4- & feqq. ) che non feppe 1’ Imperadore, che ìifpofta / .yL ..1^ ?’."í * enc agli ?'tr> trovò che contraporre. Vero è che Radevico altro-„ ’l’ ' fj iv ri e" ar,che tai doglianze del Pontefice, dicendo, com’egli cercava di a * . .’„r,,/,«.• 1 untIorum fuorum injuriam, modo eorum qui pro >diligendo fodro diretti ’ ^ajlellanorum fuorum gravamen incufans. Predo il Baronio dal prin-FftLLw0|ann0 abbiamo diffufamente tutto il fatto. Anche quell’Autore, sì nella fu i l materia ’c S‘ eJeSS‘ ) che negli Annali ( an. n??. ) la difeorre di propulito m p miì perfuader la psdronanza di Federigo in Roma, e nello Sta- ia> lC -1 P°ne mente ali’affettata pietà verfo il Pontefice trattato peggio de’ Sfs a Vefco-