I 2/0 Dissertazione e nel Lib. IX. Tit. 9. de Mutieribus. E Paolo Giurifconfulto nel Lib. i» Seat. 21. fcrive, che tal Donna maritata ad un Servo perdeva la lua Libertà, e diveniva Serva anch’eila del Padrone del Servo. Abbiamo lo itedo da Tacito Lib. 12. Anna!. Dilli lecito ad un Padrone il prendere in Moglie una Tua Serva, con manometterla prima. Aggiungo ora, che Matrimoni tali fatti da Uomini Nobili eran allora, come anche oggidì, malveduti, e biafimati non poco da i Romani, e da gli (tedi Barbari, per la premura di ognuno , ne infignium F amdiarum clara Nobiliicts indigni conforta foeditate vilefeerent, come dice Antemio Augudo nella Novella Prima. Tuttavia abbiam troppi efempli di tali Nozze nelle Ifcrizioni Romane, dove s’incontrano Donne, chiamare Libate, e infieme Mogli de’loro Padroni. Di rado ancora dovea fuccedere, che i Parenti ucci-dedeto le loro Donne Libere, che fi accafaifero con Servi -, perciocché fi veggono molte d’ede, che divenivano Serve del Palazzo, ed erano poi donate a i Monifteri. Grimoaldo Principe di Benevento, come fcrive Leone Odienfe nel Lib. 1. Cap. 18. prcccepto Juo firmavit omnes Fe-minas Liberas, qua Servi hujits Monajlerii juerant copulata. E in un Diploma di Landolfo, e Atenolfo Principi di Benevento predò l’Ughelli Tom. VIII. ftal. Sac. ne’Vefcovidi Benevento, fono donate al Monide-ro di San Salvatore due Femmine Libere, che s’erano maritate con due Servi. Alle volte ancora i Padroni per motivo di Carità Cridiana permettevano, che i figli di tali Matrimonj reftadero Liberi : del che fi faceva Carta pubblica, che fi può vedere, predo Marcolfo Lib. 2. Cap. 9. Nè fi dee tacere, avere ferino Andrea Dandolo nella fua Cronica, che fol-lecirato Carlo Magno dal Patriarca di Gerufalemme di liberar dai Saraceni la fanta Città, pubblicò un Editto, ordinando, che tutti prendedero Tarmi in Italia; & qui eum non fequeretur, cum quatuor libris nummorum fiera Servus. Aggiugne, che fi formò un potente Efercito, con cui Car- lo tolfe Gerufalemme a gl’infedeli. Tutte favole: niuna fpedizione fu fatta allora per andare in Palertina. Non colla forza, ma con amichevol trattato ottenne quel Monarca i Luoghi Santi. Parimente è palefe, che i Figli nati da i Servi , al pari del Padre reftavano anch’eflì privi della Libertà, e fotto il dominio del Signore, non differenti anche per quedo conto da i cavalli, e dalle vacche. Perciò anche ne’Secoli barbarici fra le ricchezze fi contava l’abbondare di Servi, come di mercatanzia, che fruttava, edendo che i Padroni fi valevano di effi per coltivar le campagne, e per altre arti, e fervigi. Quanta gran copia ne avede il Monidero di Farfa, fi può leggere nella Cronica di quel facro Luogo da me data alla luce; e fimilmente nella Cronica del Moniftero di Volturno fi truova il Catalogo di que’Servi, ficco me ancora un Placito dell’Anno 872. in cui dopo aver contefo alcuni d’edere perfone Libere, finalmente fi danno vinti con quefte pa-