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i6z	Dissertazione
ri optimi Likrcis Centum Imperatoria: Camera JVvflra . Per tali notizie par bene, che certi Veicoli godettero il diritto della Camera, dovè 1 portaffero le rendite, dianzi dovute al Conte, o pure al Donatore. Se anche i Duchi, Marchefi, e Conti aveffero tal prerogativa, non appa-hice chiaro. Narra bensì Paolo Diacono Lib. III. Cap. 16. che fu eletto Autari Re de’Lengobardi, a i cui tempi ob refìaurationem Regni Du-ces, qui lune erani, omnem Jubfla ntiarum fuarum medietatem Regalibus ujibus iribuunt> unde Rex ipfe, five qui ei adh<ererent, ejusque obfequiis per òiver-fa officia dediti, alerentur. Ciò avvenne, perchè lenza He era flato il Regno per dieci Anni, & unusquisque Ducum Juam Civitatem obtinertt, come Principe. E fenza fallo allora ogni Duca efigeva i tributi della fua Città. Ma non fappiamo, come paffaiTe la faccenda da lì innanzi. Tuttavia nel Bollario Calìn. Tom. II. num. 8. comparifce un Diploma di Defiderio Re de’Longobardi, In cui egli dona al Moniflero Brefciano di Santa Giulia Infulam, qua Ciconaria dicitur, peninentem ad Curtem nojlram, & ad Curiem Ducalem. Tanto in quella Città , che in Milano, Forino, Verona, ed altri Luoghi, fi trovava il Palazzo, o fia Curtis Ducis , come abbiam già oiTervato altrove. Tuttavia non abbiamo per queflo fuffici-ente luce finora. Quel che è certo, non mancò il diritto della Camera,
o	fia del Fifco, a i Principi di Benevento, i quali, fe fi eccettua il titolo di Re, godevano l’autorità de i Re, ma non il nome. Altrettanto fecero dipoi anche i Principi di Salerno, ei Conti di Capoa, che figno-reggiavano una parte fmembrata del vailo Ducato di Benevento. Abbiam di fopra ofTervato, ch’efìì applicavano le pene noflro Palatio; e quefla forinola fi truova anche in un Diploma di Roberto Principe di Capoa nell’Anno 1109.
   Quanto a i Duchi, e Marchefi della Tofcana, prima d’ora France-fco Maria Fiorentini ofTervò nel Lib. III. della Vita di Matilda, ch’effi avevano la lor particolar Camera e Fifco, recandone in pruova una Carta di Adalberto Marchefe, dove fon Je feguenti parole: Si quis hac non objervaverit, Jciat fe excommunicatum, & infuper componete Auri op » timi Bifanteos mille, medietatem Camera nofìra, & medietatem &c. Con altri Documenti ho io confermata quefla verità. In un Placito di Uberto Marchefe di Tofcana, e Conte del Palazzo nell’Anno 941. egli decide una Controverfia in favore del Vefcovo di Luni, con apporre in fine la pena. Qui hoc fecerit, pradiBos duo 'mille Mancofos auri. Je a-gnojeat eJJ’e compofiturus , medietatem parti Camera noflra , & medie-tatem ipfius Episcopio. Parimente Bonifazio Marchefe di Tofcana, Padre della Conteffa Matilda, in un fuo Diploma, con cui 1 Anno 1048.^ conferma i Beni al Moniflerio di San Bartolomeo di Pìfloja, dice: Si quis &c. fiad fe compofturum Auri optimi Lilras centum, medietatem tCa-mara noflra, & medietatem ^trajato Monaflerio. Un fòmigbante parlare fi
                                                             truova