194 Trento e Trieste liberati [2.XI.18] « Trieste è libera dal nemico. E a quest’ora lo sarà anche Trento ». La sera all’Excelsior ha luogo una piccola festa fra gli ospiti; un’orchestrina suona ballabili. A un tratto non resisto più. Mi metto al pianoforte e intono l’inno garibaldino, gli inni della mia infanzia. Poco dopo cantano, ballano tutti, signore, signori, bambini, camerieri, cameriere, cuochi, sguatteri, in un entusiasmo indescrivibile. A Vienna ed a Budapest è scoppiata la rivoluzione. Il conte Karoly si è messo alla testa del governo ungherese. Il conte Tisza, che era l’uomo più autorevole della politica della Monarchia absburgica nel 1914, è stato ucciso con una rivoltellata. La Viribus Unitis, la grande corazzata ammiraglia della flotta austro-ungarica, è stata fatta saltare da due ufficiali italiani: Raffaele Rossetti e Raffaele Paolucci, entrati si può dire a nuoto nel munitissimo porto di Pola. I consiglieri di amministrazione della Società Cascami di Torino, arrestati in marzo sotto l’accusa di alto tradimento, sono stati prosciolti. Un’altra montatura di Nitti, basata su calunnie, miseramente sgonfiata. 3 Novembre. Mi telefonano dal fronte che le nostre truppe sono en- trate in Trieste, in Trento e in Udine. Membri del governo e deputati sono partiti per le regioni liberate, onde riorganizzarvi la vita civile. Io vi ho inviato il mio sottosegretario marchese Nunziante, e parecchi fun- zionari. Mi mordo le mani per non poterci andare in persona. Ma la mia nave è in via Ludovisi e non posso in questo momento abbandonarne neppure per un istante il timone. II 30 ottobre è stato firmato l’armistizio con la Turchia. Avremo la tranquillità in Libia e nel Dodecanneso.