788 Documenti (n. 43) DOCUMENTO N. 43 Colloquio Bonin-Clemenceau (Telegramma dell’ambasciatore Boriiti al ministro Sennino) Da Parigi, 3 Maggio 1919. In relazione al telegramma in chiaro a firma Orlando, mi sono recato oggi alle 14 c mezza da Clemenceau; gli ho detto che venivo a vederlo d’incarico del Presidente del Consiglio e gli ho chiesto se fosse a conoscenza della nota diretta da S. E. Sonnino a Barrère e a Erskin. Egli mi disse che ancora non l’aveva ricevuta, che soltanto gli era stata segnalata una lunga nostra nota. Allora gli riassunsi i punti più salienti, rivelando in primo luogo che essa comunicava al tempo stesso al Governo francese ed all’inglese il voto di fiducia ottenuto dal Ministero italiano e segnalando la situazione a noi creata dal dissenso esistente non soio fra l’Italia e le altre Potenze, ma anche fra le Potenze stesse. Clemenceau mi disse che voleva anzitutto espormi il suo punto di vista. In tono più gentile che non sia suo costume ma che rivelava non poco risentimento, mi disse che a suo giudizio noi avevamo sbagliato strada. Chiedendo Fiume, che il Patto di Londra assegna alla Croazia, noi uscivamo dal Patto di Londra; nutrendo quella aspirazione noi dal primo inizio della Conferenza avremmo dovuto proporre ai nostri alleati una revisione del patto che ci desse Fiume sotto qualche forma, contro nostra rinuncia in altro punto. Invece, egli diceva, avevamo voluto forzare la mano agii alleati, dichiarando ultimamente che non potevamo associarci all’invito ai tedeschi se non fossero state regolate le nostre questioni, e poi lasciando la Conferenza. Con questo atto noi avevamo violato il Patto di Londra con le conseguenze che potrebbero essere assai gravi. Non potevamo pretendere di tenere in sospeso la pace del mondo indefinitamente; ed accennò, senza voler precisare, alla possibilità di qualche prossimo atto pubblico da parte degli alleati, che potrebbe rendere per noi ancora più difficile la situazione.