INTRODUZIONE UItalia possiede un discreto numero di dizionari nautici, e anche e più propriamente di lingua marinaresca, lingua che si può affermare sia una in tutte le coste italiane, salvo la diversità della pronuncia, che può variare da luogo a luogo. Ma tutti i dizionari sono ormai divenuti antiquati o hanno per un aspetto o per un altro delle manchevolezze, perchè fra i dizionari particolari, quello nautico è fra i più difficili a compilarsi. L'arte del navigare, che è in continuo divenire, ha visto tramontare da un cinquantennio a questa parte la marina velica ed affermarsi potentemente la marina a vapore: di qui il sorgere e il diffondersi di un nuovo linguaggio e Vadattarsi di parole vecchie a cose nuove, e di qui anche Vabbandono di gran parte dei vecchi vocaboli, oppure — come si diceva — con un nuovo significato, per modo che negli odierni mutamenti si è andata aggiungendo una nuova massa di vocaboli, mentre altrettanta si è invecchiata e oscurata. Il linguaggio marinaresco, inintelligibile o quasi a chi non eserciti il mestiere di mare, consta, come scriveva Carlo Ran-daccio, di tre parti: a) nomenclatura de’ moltissimi oggetti ond e costituito il materiale navale; b) linguaggio tecnico per indicare e per compiere le manovre navali; c) linguaggio ordinario marinaresco, sostituito in parte al linguaggio comune civile, per necessità della stessa arte nautica; poiché il marinaio, pure eseguendo a bordo un atto simile a quello che avrebbe eseguito a terra, è costretto, in molti casi, a indicarlo con parole diverse dalla lingua comune. Di qui la necessità di dizionari marini che pur tut-