[30.I.I9] La commissione economica e finanziaria 249 britannico vorrebbero in parte per sé. Wilson ha proposto siano consegnate alla Società delle Nazioni, che le attribuirà in mandato agli Stati meglio qualificati. La conferenza ha deciso la nomina di una grande commissione finanziaria e di una grande commissione economica. L’Italia è rappresentata nella prima dalPon. Salandra e nella seconda da me. Mi trovo cosi a far parte, come primo delegato, di due grandi commissioni per la pace: l’economica e quella dei trasporti; e inoltre degli altri istituti formatisi in tempo di guerra e che continuano a lavorare benché trasformati, e che sono: il Supremo Consiglio degli approvvigionamenti e dei soccorsi, il Supremo Consiglio dei trasporti marittimi, e il comitato per il blocco. Il primo delegato nella commissione finanziaria, l’on. Salandra, dovrà invece occuparsi delle riparazioni e della finanza. 30 Gennaio. Vedo il mio amico Clémentel, col quale organizzo il lavoro della commissione economica. Dopo colazione mi reco all’Hôtel Grillon, sede della delegazione americana, e vi ho un lungo colloquio con Hoover circa gli approvvigionamenti e i problemi economici. A un certo punto arriva Lord Robert Cecil, che del Consiglio economico è sempre stato il presidente durante la guerra, e al quale mi lega viva simpatia ed amicizia. Ultimati i colloqui usciamo assieme, ed io l’accompagno in automobile all’Hótel Majestic, dove ha sede parte della delegazione inglese, che è la più numerosa. Durante il tragitto lungo i Campi Elisi, gli dico di essere preoccupato della guerra subdola che stanno facendoci gli jugoslavi, e gli chiedo l’aiuto di quella cordiale amicizia che egli ed il suo Governo hanno sempre dimostrata all’Italia ed al suo Governo. Egli per tutta risposta fa un attacco feroce a Sonnino, accusandolo d’intrattabilità e d’intransigenza, dandogli tutta la colpa dei risentimenti jugoslavi, che giustifica, e arrivando ad affermare che i capi della