Far acqua — 124 — Farologia Far acqua dicesi che una nave fa acqua allorché l’acqua del mare penetra nel suo interno per di sotto, in conseguenza d’una falla; » cappella modo francese per dire di un bastimento quando le sue vele prendono a collo, ossia quando ricevono il vento in faccia e si gonfiano perciò alla rovescia; « cappello abboccare, capovolgersi, rovesciarsi di fianco e sommergersi; » costa vedi Investire; « fare testa in linguaggio marinaresco significa fissare un cavo intorno a una colonna o altro punto eli presa per determinarne la tensione a scopo di manovra; •• gala alzare le bandiere da segnali, alternando due quadre con un pennello in segno di festa. Contemporaneamente si alzano le bandiere nazionali in cima di ogni albero e la bandiera maggiore a poppa. Questa si chiama Gran Gala; * lasciare salpare l’ancora, farla staccare dal fondo ove s’attiene colle sue marre; » portare, poggiare alquanto affinchè le vele che non portano bene o che sfileggiano o che stanno per prendere a collo ritornino a gonfiarsi bene; « testa dicesi dell’ancora o d’un armeggio allorché agguanta bene, o finisce di cedere al moto delle nave che tende a trascinarlo e che viene alla sua chiamata. Faraglioni o capre complesso di scogli alti ed acuti. Fardello nome collettivo delle vele che sono ravvolte o spiegate sulla verga; vi ha quello di prora, di poppa e di mezzo. Fare il punto è l’operazione con cui si determinano le coordinate geografiche attuali della nave. Esso può essere punto astronomico, che si fa di solito ad ogni mezzodì e punto stimato, che si fa ogni qual volta si crede necessario. Fare una vela spiegare la vela in tutta la sua ampiezza; per far ciò occorre prima mollarla, poi bordarla, ed indi alzarla. Fari torri munite di apparecchio luminoso per guidare i naviganti durante la notte; possono essere diottrici ossia lenticolari o catottrici ossia a riflettori metallici. Sui fari vedi il bell’articolo di G. Chierchia, Note sull'illuminazione e segnalamento delle coste, su «Riv. Maritt. », 1916. a pp. 289-322; Elenco dei fari e fanali semafori e segnali marittimi esistenti sulle coste del Mediterraneo. Ufficio idrografico della R. Marina, Genova, Milano, Hoepli. Fari di atterraggio così si chiamano alcuni fari situati in modo di essere avvistati per i primi allorché la nave venendo dal largo avvista la terra: essi sono situati su punte di terra, o sulle isole più foranee e debbono avere come principali requisiti una grande portata e un vasto campo visivo. Fari (portata di) è la distanza a cui si possono scorgere: essa si distingue in geografica e luminosa, e mentre la prima è funzione di altezza del centro luminoso e di quella dell’osservatore sul livello del mare, la seconda dipende solo dall’apparecchio. L’elenco dei fari è pubblicato dall’istituto Idrografico della R. Marina. Fariglione in termine marinaresco, piccolo faro; in termine di pesca, bracere sospeso a una pertica, fissata alla prua della barca. I pescatori accendono dentro ad esso, durante la notte, un fuoco di legna per attirare il pesce: ora non è più in uso. Faro quando sia maggiore l’angustia e la brevità dello stretto; ad es.: Faro di Messina. Faro galleggiante bastimento che porta su di un albero o su una colonna un apparecchio per segnalazioni luminose. Farologia la scienza dei fari che si può scindere in tre parti che trattano rispettivamente dell’edifizio, della sorgente luminosa, dell’apparato ottico.