Timoneggiare — 297 — Tiro opportuno di tale timone prodiero, fatto contemporaneamente col timone di poppa, conferisce alla nave una maggior facilità di girare, che in taluni casi può essere assai importante; parti del • testa dove viene ad incappellarsi la barra (che qualcuno chiama ribolla); è la te9ta del t. quella che passa attraverso ad un foro praticato nello scafo e che si chiama la losca, dove il timone comincia a prender la sua forma, si dice che c’è la spalla del timone. Ci sono poi gli agugliotti che con le femminelle formano i cardini maschio e femmina di questa porta a un solo battente. Vedi Miccia; » d’altura è quell’arnese che spostando avanti o indietro il centro di sostegno del velivolo e provocando un aumentò od una diminuzione dell’angolo di attacco della superficie di sostegno, produce, secondo la volontà del pilota, le variazioni di altitudine; » idraulico usato nelle grandi navi e manovrato mediante macchine a pressione idrostatica. Timoneggiare essere al comando del timone. Timone in mezzo ! borda flocco ! comando che vien dato quando il vento sia di traverso onde impedire che per la grande ardenza con cui il bastimento viene all’orza non oltrepassi la finca sulla quale deve arrestarsi. Timoniera il locale nei grandi yachls in cui è racchiuso l’apparecchio per far agire il timone e dove sohtamente si tengono le bandiere, i segnali, scandaglio, ecc.; « il luogo dove si giuoca la barra del timone e vale così per la nave come per l’aeroplano. Timonieri marinai che hanno l’ufficio di maneggiare il timone di una nave e che hanno grado corrispondente a quello di caporale. Tinca pesce d’acqua dolce che vive tanto nei fiumi che nei laghi: la sua carne è stimata. Tiraggio operazione di sbarco di merci che si inizia a bordo delle navi e che comprende il trasporto dei colli dai varii punti delle stive sin sotto ai boccaporti. Il loro sollevamento compiuto, attraverso queste aperture, coi mezzi meccanici di bordo e la consegna della merce al ricevitore fatta sotto paranco, ossia sul limite della coperta, o attraverso ai portelli aperti sui fianchi della nave. Tiraglia o draglia cavi tesi per farvi scorrere gli anelli d’una vela di straglio, o per legarvi i matafioni d’una tenda per tenerla distesa. Tiragna stiro continuato, noioso e lungo delle gomene distese all’ancoraggio, per la furia del vento e della tempesta. Tirammolla unico giuoco di cavi marinareschi, così combinato che non può l’una parte tirare, se l’altra non molla. È voce anticamente usata (Guglielmotti). Tirannia movimento, agitazione delle onde, maretta. È voce antiquata. Tirante quella parte di una manovra corrente o del filo di un paranco che serve per tirare. Tirare dicesi dello sparo delle armi da fuoco, e del trarre una fune, ma questo si esprime più marinarescamente col verbo alare; > dicesi anche dell’alimento della combustione che lambisce il combustibile nei forni delle caldaie marine, prodotto o da correnti naturali d’aria o da apparecchi speciali che fanno aumentar la pressione nei cinerari (tiraggio naturale e forzato). Tirlindana strumento di pesca con cui sul lago di Garda si va alla pesca del carpione, della trota o d’altro pesce. Tiro colpo o sparo del cannone o d’altra arma da fuoco - tirare in bianco, tirare a polvere per salve o esercitazioni; » d’affermazione o di confermazione tiro di cannone a palla che si fa per