92 Dallolio lascia il ministero [15.V.18] ciale competenza pei trasporti. Vado a fargli visita, dopo che Orlando me ne ha comunicato la nomina e trovo subito in lui un amico. Dopo un lungo colloquio sulla nostra necessaria intima collaborazione e su tutte le necessità del grave momento, sono molto soddisfatto. Ho un convegno anche con Bissolati per i prigionieri. Ma il Gabinetto subisce una grave perdita con l’uscita di Dallolio, ministro delle armi e munizioni. Queste dimissioni sono la conseguenza di guai interni tra funzionari del suo dicastero, e di una infelice seduta alla Camera, nella quale il suo sottosegretario di Stato si è lasciato sfuggire parole imprudenti. Orlando non avrebbe mai dovuto privare l’esercito dei servizi di un grande organizzatore come Dallolio, che è insostituibile. Orlando mi ha chiesto un nome e gli ho suggerito l’on. ing. Cesare Nava, deputato di Monza. 15 Maggio. Lavoro ordinario. Da parecchio tempo si reclama dai giornali e dagli ambienti parlamentari la trasformazione del mio commissariato in ministero. La Tribuna stampa, e gli altri giornali ripetono, che la funzione del commissariato in guerra è di primo grado, inferiore soltanto a quella del capo del Governo e del capo dell’Esercito. L,’Epoca scrive: «Il commissario tratta con l’estero affari ora più importanti agli effetti della guerra di quelli di politica estera; requisisce i trasporti, distribuisce i viveri, modera o attiva l’azione sulla fronte, è l’arbitro dell’energia e della vita nazionale. Perché non deve sedere in Consiglio e non avere un sottosegretario che lo supplisca nelle sue assenze frequenti ? » L’Idea Nazionale sostiene la stessa tesi. Una silurante italiana agli ordini del comandante Pellegrini è entrata nel munitissimo porto di Pola, attraverso il canale di Fasana, ed ha silurato una corazzata nemica.