226 Il Re d’Italia a Parigi [16.x11.18] 16 Dicembre. Alle dieci ho un lungo colloquio col mio amico Clé-mentel, col quale mi lamento vivamente per il carattere che vanno assumendo le relazioni franco-italiane. Infatti il Governo francese ha mandato una missione a Vienna che si è dedicata ad un’assidua opera di propaganda anti-italiana, ed anche a Parigi appoggia tutti i risentimenti jugoslavi o in genere delle popolazioni allogene entro e presso i confini d’Italia. Mi promette che ne parlerà a Clemenceau. Faccio colazione con Hoover e Boret trattando i soliti argomenti. Poi alle 14 vado con loro all’Hòtel de Ville onde assistere in forma ufficiale al grande ricevimento che la municipalità di Parigi offre al Presidente Wilson. 17 Dicembre. Sono trattenuto a Parigi da un telegramma di Orlando, che mi invita ad attendervi Sua Maestà il Re. Ne approfitto per studiare sempre più a fondo coi ministri francesi i dettagli dei nostri progetti circa le organizzazioni interalleate e per parlarne poi con sempre nuovi argomenti a Hoover, che talvolta mostra di lasciarsi persuadere, talvolta accentua la sua resistenza, a seconda dei telegrammi che riceve dall’America. È stato nominato sottosegretario di Stato per le liquidazioni di guerra il mio amico ing. Ettore Conti. 19 Dicembre. Stamane il ministro Boret, in presenza dei suoi più autorevoli collaboratori, mi ha consegnato a nome del Presidente della Repubblica le insegne di grand’ufficiale della Legión d’Onore per servigi resi alla Francia in guerra. L’atto e le parole che lo accompagnano mi commuovono profondamente.