[2.11.18] Battaglia nel cielo di Parigi 45 una seconda, una terza, una quarta. Dopo la quarta bomba ho pensato che la musica poteva durare un pezzo; sono tornato a letto ed ho dormito sodo fino al mattino. Alle otto Stobbia mi racconta che il bombardamento era stato intenso, la battaglia nel cielo lunga ed accanita, che un aeroplano francese era caduto nella Place de la Concorde. Ci dovevano essere molti morti e feriti anche in fabbricati vicini a noi. I giornali segnalano una grande vittoria dei nostri sui monti che circondano l’altopiano di Asiago. In due giorni abbiamo fatto 4000 prigionieri, espugnando Cima Valbel-la e Col del Rosso. Continuano le conferenze di Versailles e le mie conferenze coi ministri francesi. Orlando ha fatto dichiarazioni al Temps per ribadire il concetto della comunione degli scopi di guerra e degli accordi tra italiani e jugoslavi. « L’Italia — egli ha detto — tende volontieri la mano a tutte le Nazioni che collabore-ranno effettivamente per la causa comune degli Alleati, anche se debbano ancora conquistare la loro indipendenza; perché noi non conosciamo demarcazione fra il nostro interesse particolare e l’interesse comune, né incompatibilità fra il nostro buon diritto e il buon diritto degli altri. » 2 Febbraio. Sono sbarcati ieri a Bordeaux da sedici grandi piroscafi già tedeschi, fra i quali il colossale Leviathan, parecchi reggimenti americani. Continuano le conferenze. 3 Febbraio. Ultima giornata di conferenze. In linea militare è stata approvata una intensa azione comune su tutti i fronti, con scambio di truppe. Noi abbiamo già qui molti uomini che lavorano come terrazzieri, purtroppo poco considerati e peggio trattati. Manderemo in Francia alcuni reggimenti