4.24 Colloquio Wilson-Orlando [14.1v.19] soddisfacente. Attolico mi riferisce sui suoi colloqui coi collaboratori di Loucheur. Pare che avremo una buona parte nelle consegne delle materie prime. Continuano le sedute diurne e serali del comitato per le riparazioni, alle quali intervengo sempre assieme al comm. D’Amelio. Questo eminente giurista è sempre ascoltato colla più grande deferenza ed è anzi continuamente richiesto di dare il suo parere. È diventato il più apprezzato collaboratore di Lord Sumner nella redazione dei testi più importanti. Fra i due preclari uomini di legge è evidente una corrente di viva simpatia, di alta stima, di reciproca ammirazione. Quando discutono fra loro stiamo tutti ad udirli nel più attento silenzio. Ha avuto luogo il colloquio Wilson-Orlando per la questione adriatica. Tutti eravamo in grande ansia per il suo risultato. Quando Orlando fu di ritorno dal palazzo Bi-schoffen, ho letto subito sul suo volto che il colloquio non era andato bene. Orlando lascia sempre che io legga sul suo volto il fondo dei suoi pensieri, e ciò abbrevia enormemente i nostri discorsi, perché lo seguo sempre con entusiasmo ed affetto. E oggi guardandolo in faccia mi sono rattristato. Egli lo ha compreso e mi ha invitato ad assistere alla comunicazione che avrebbe fatto alla delegazione italiana riunita. Di solito non intervengo alle sedute della delegazione, perché non ne faccio parte. Essa è ristretta ai cinque uomini politici: Orlando - Sonnino - Salandra - Barzilai - Saivago Raggi. Però abitualmente assistono alle riunioni anche Diaz e Thaon de Revel, oltre al segretario particolare e capo di gabinetto di Sonnino, e segretario italiano della conferenza della pace, il conte Luigi Aldrovandi Ma-rescotti. Io intervengo quando mi chiama Orlando, ma non intervengo mai con piacere. So che gli attriti sono frequenti, e difficili le conclusioni. Sonnino specialmente rende difficili le discussioni. Orlando espone sempre dettagliata-