Legature — 169 — Lensara stenuto da uno solo dei due cavi legati insieme, incrociando nella prima passata della legatura i giri della sagola o del merlino tra i due cavi; poscia stringendo se ne aumenta notevolmente l’aderenza. Dopo, la seconda passata si fa a guisa di legatura piana. Usasi per collegare le aste della biga (capra). Legature in genere le legature si sogliono fare sulle due parti di un cavo di manovra dormiente, per formare gassa d’incappella-tura o d’imbigottatura; sugli stroppi dei bozzelli, per farli aderire attorno alla cassa; sulle cime dei corridoi di sartia, sui bra-cotti delle scotte, sulle aste della biga- Leggiero dicesi di un naviglio agile, celere, oppure e anche di naviglio che non abbia zavorra sufficiente o il suo carico, per modo che resti troppo emerso, e quindi non in stato di reggere il mare. Legname da costruzione fra i legnami da costruzione ad uso della marina, si distinguono giusta la loro destinazione i legnami da stiva da quelli di rifiuto, da scali, da barca, e il legname di bastimenti disfatti. Secondo il loro stato si distinguono i legni greggi, di volta, curvi greggi, legnami non iscorzati, di filo, dritti, torti, affondanti, galleggianti, e finalmente secondo il loro impiego si distinguono: legni da flocco, da arragna, da stiva, da scalo, ecc. Legno nave, naviglio in generale. Ma non è più nell’uso. Legno ferro sorta di legno duro, pesantissimo, che si usa nella costruzione navale, chiamato anche casuarinai » legno santo, sorta di legno duro che si usava per guarnire l’asse porta-ehca nel punto in cui esce dallo scafo. Viene chiamato anche guaiaco. Lentìa cavo destinato a trattenere o rallentare il moto di un oggetto al quale è attaccato, ad impedire che sfugga di mano tratto dal proprio peso e dalla velocità acquisita; » l’operazione con cui, formato un canapo a doppino largo, lo si avvolge intorno ad una colonna fissa, si imbraca coi due tiranti il fardello, poi filando, lo si rotola giù oppure lo si tira su, alando a rotoloni. Lenza strumento di pesca a punta, costituito da una cordicella di seta o di crine di cavallo alla cui estremità sono legati uno o più piombi e per mezzo del cosidetto filo di Spagna uno o più ami. La cordicella può essere mantenuta direttamente in mano, oppure può essere legata ad una canna. La grossezza della cordicella e deh’amo, il genere dell’innesco, variano a seconda della specie di pesci che la lenza è destinata a pescare. Anche il nome delle lenze varia: sull’Adriatico son dette togne e precisamente togne da orade, da cefali ecc., oppure si usa un tipo di lenza che si chiama pannola e che si esercita slanciandola in mare e trascinandola dietro una barca ad una velocità di tre o quattro miglia all’ora; « spago munito d’ami per pescare; <• pezzo di sagola con una estremità legata al gancio del capone o del traversino, la quale serve per incocciare dalla prora, la cicala dell’ancora, quando essa devesi incaponare. Lenzara arnese con cui si pesca in mare a grande profondità. Consiste in una corda di 200 metri di lunghezza circa e recante delle funicelle distanti 2 metri l’una dall’altra e sostenenti ciascuna un amo robusto; di solito si congiungono insieme alcune di tali corde di guisa che si affondano in mare parecchie centinaia e anche migliaia di ami; le due estremità della corda poi sono congiunte ad altre due corde grosse verticah, fissate a piccole boe.