236 Colloquio Wilson-Bissolati [6.1.19] 6-7 Gennaio. Giornate dedicate ai miei affari ed alle questioni alimentari milanesi. Vado a Crespi sull’Adda e vi inizio i lavori di scavo per l’ampliamento degli stabilimenti. Dopo una visita a Torino, Wilson è tornato a Parigi. Fu grave errore lasciare scoppiare la crisi Bissolati proprio alla vigilia del suo arrivo in Italia. Cosa si sono detti Wilson e Bissolati nel colloquio che è intervenuto tra loro? Non c’è dubbio che Wilson abbia avuto l’impressione di un’Italia malamente divisa sulla questione adriatica, con prevalenza della supposta intransigenza sonniniana e del patto segreto di Londra contro la tesi ritenuta democratica di Bissolati. La stampa francese, tra sperticati complimenti all’Italia, mette in vista la debolezza delle nostre due politiche. Son-nino sostenitore del Trattato di Londra contro il binomio Orlando-Bissolati, amici degli jugoslavi. È naturale cheNitti tenti di approfittarne per diventare presidente del Consiglio italiano ed arbitro, a giudizio suo, della pace mondiale. 8 Gennaio. Sono tanto impensierito per la gravità della situazione politica e per i terribili rischi che corre il Paese, il quale non può andare alla conferenza della pace rappresentato da Nitti, che risolvo di partire presto da Milano per incontrarmi a Torino con Orlando. Temo che egli non si renda sufficientemente conto del gioco di Nitti. Ho con lui un lungo colloquio in prefettura: lo consiglio ad equilibrare l’influenza di Sonnino col fare entrare nel Gabinetto qualche esponente del fascio parlamentare nazionale, come Ce-lesia di Vegliasco, e un amico di Giolitti, l’on. Facta; cosi includerà nel Gabinetto elementi fedelissimi e andrà alla conferenza della pace senza preoccupazioni di tattica parlamentare. Io mi metto a disposizione del mio capo per quel qualunque posto gli sembrasse utile nell’interesse del