i6o L’Italia per l’indipendenza jugoslava [7.IX.18] ricani, hanno continuato ad avanzare, oltrepassando la linea di Wotan, che era munitissima. Dall’America sono partiti finora 1.600.000 uomini. 7 Settembre. Alle 9 Consiglio dei ministri. Si discute della politica estera del Governo e specialmente del riconoscimento della nazione jugoslava e dell’ammissione di truppe jugoslave sui fronti di battaglia. Parlano lungamente Orlando, Bissolati e Sonnino. La questione non è decisa, ed è rinviata a domani. 8 Settembre. Alle ore 9 tutti i ministri si radunano presso S. A. R. il Duca di Genova, Luogotenente di Sua Maestà, per la firma dei decreti. Il Duca s’informa delle diverse questioni pendenti, e vuole da me precisi schiarimenti sulla mia azione all’estero. Alle ore dieci e un quarto riprende il Consiglio dei ministri e la discussione della questione jugoslava. Parlano Fera, Nitti, Crespi, Bissolati, Orlando. Si discute lungamente anche sulla portata del Congresso di Lubiana, tenuto dai rappresentanti delle nazionalità oppresse, il 17 agosto scorso, ed i cui risultati sono noti soltanto in questi giorni. Erano presenti i rappresentanti dei cechi, degli jugoslavi e dei polacchi. Finora però gli jugoslavi sembrano incerti sulla politica da seguire, per l’esistente discordia fra serbi e croati. Avendo tutti i ministri espresso il loro pensiero, si conclude deliberando d’informare i Governi alleati che il Governo italiano considera il movimento dei popoli jugoslavi per la conquista dell’indipendenza e per la loro costituzione in libero Stato, come rispondente ai principii pei quali gli Alleati combattono, nonché ai fini di una pace giusta e duratura. Si affida al presidente del Consiglio e al ministro degli esteri l’incarico di seguire da vicino gli avvenimenti per prendere tutte