[21. Vili. 18] Mancanza di contatti 149 tato di Londra. Il dirlo pubblicamente, tacciando gli avversari di rinunciatari, lascia comprendere che gli stessi sonniniani non sono persuasi che in tutte le regioni assicurateci dal Trattato di Londra vi sia una maggioranza italiana; e, a mio avviso, questo metterà in cattiva luce le nostre rivendicazioni specialmente presso Wilson, che ha deciso l’intervento dell’America basandosi soltanto su scopi ideal'stici, fra i quali scopi il più elevato è quello di concedere ai popoli il diritto di autodecisione. L’on. Sonnino ha, a mio giudizio, il grandissimo torto di non stare in diretto contatto con gli uomini più rappresentativi degli altri Governi e con le pubbliche opinioni dei diversi Paesi. Se cosi facesse, potrebbe convincerli del buon diritto e delle necessità dell’Italia, e rinforzare gli accordi di Londra mediante accordi più recenti cogli attuali reggitori delle nazioni alleate, che non sono quelli che firmarono il Trattato di Londra. Potrebbe comunque rimediare alla enormità di aver assegnato in quel trattato l’italianissima Fiume alla Croazia. D’altra parte Orlando è in una deplorevole condizione di debolezza. Gli jugoslavi invece svolgono una propaganda intensa e dovunque hanno importanti giornali a loro disposizione. Gli uomini più rappresentativi degli altri Paesi si vedono spessissimo tra loro e mantengono non soltanto rapporti ufficiali, ma rapporti personali, con visite, scambi di ricevimenti, cortesie di ogni genere. Gli stessi nostri ambascia-tori all’estero lamentano gli scarsi contatti personali del nostro ministro degli esteri e cercano di supplire nel miglior modo a questa mancanza; ma non possono fare miracoli. Intanto le legioni ceco-slovacche si sono magnificamente organizzate e combattono su tre fronti: in Siberia, in Francia ed in Italia. I nostri alleati tendono ad organizzare anche legioni jugoslave, ma noi non possiamo fare altrettanto, perché i soldati croati sono nostri fierissimi nemici. E questa no-