254 Organizzazione della conferenza [3.11.19] parte le grandi Potenze, il Belgio, la Gina, la Grecia, la Serbia e l’Uruguay: ciascun paese con due delegati. Apre la seduta quale presidente provvisorio il ministro francese dei lavori pubblici, Claveille, che propone la mia nomina a presidente effettivo, nomina appoggiata e votata all’unanimità. Resta delegato italiano il comm. Giacomo De Martino, segretario generale al ministero degli affari esteri, coadiuvato dal comm. Fiore, dal comm. Sinigaglia e dal-l’ing. Mosca, tutti appartenenti all’amministrazione delle Ferrovie dello Stato. A vicepresidente è nominato il primo delegato inglese Sifton, e a segretario generale l’ing. Charguerand, vice-presidente del consiglio superiore francese dei lavori pubblici. Per ciascuna grande Potenza è poi nominato un segretario: per l’Italia è designato l’ing. Mosca. Decidiamo subito di assegnare quattro seggi supplementari a Potenze che hanno interessi particolari da difendere, e sono la Polonia, che vuole un accesso al mare, il Portogallo, la Romania e la Cecoslovacchia. Ciascuna delle due delegazioni britannica e francés“ presentano un programma, già assai studiato. Con l’inizio dei lavori di questa commissione, si comincia a distinguere tutta l’ossatura generale della conferenza, che è riunita da due settimane, essendo stata inaugurata il 18 gennaio. Al vertice stanno i Big Ten e cioè il Presidente degli Stati Uniti e un suo ministro, Lloyd George con Balfour, Ciemenceau con un suo ministro (di solito Pichón), Orlando con Sonnino, e i due giapponesi. Direttamente da loro dipendono le commissioni territoriali e politiche, che devono elaborare le proposte di loro competenza, e poi portarle davanti al Supremo Consiglio per la decisione. I Big Ten hanno già fissato un preciso compito alla costituenda Lega delle Nazioni, deferendole le colonie tede-