- 82 - di stabilimento di bucato a vapore. Nel chiostro, oltre molte lapidi sepolcrali, esiste ancora un basso rilievo rappresentante la Vergine col Putto, opera d’un Arduino Tagliapietra, che vi lasciò il proprio nome coll’anno 1340. Le pitture del convento di S. Maria del Carmine, e volgarmente dei Carmini, consistevano in una tavola del Conegliano, ed in lavori dell’Aliense, d’Alvise dal Friso, e d’altri. La chiesa è aperta tuttora. Scuola di S. Nicolò presso ai Carmini. Spettava alla confraternita dei Compravendi Pesce, eretta nel 1319. Per testimonianza dello Zanetti, possedeva una vecchia pittura, creduta opera dei primi vanni del secolo XIV, nella quale era effigiato S. Nicolò sedente in mezzo di varii santi, con altre rappresentazioni. Palazzo Guoro in Campo dei Carmini. Venne fondato dai Civran, e poscia, per eredità, passò nei Guoro, che, secondo iscrizione, letta nell’interno dal Cicogna, lo ristamparono nel 1507. Si demolì, secondo il Cicogna medesimo, nel 1845, ed in suo luogo si fece sorgere un casamento che sull’angolo ha la figura d’un guerriero collo stemma Civran, avanzo del palazzo antico. Non vogliamo tacere che questo palazzo chiamasi volgarmente del Moro di Venezia, poiché credevasi aver esso appartenuto al celebre Otello, o Moro, protagonista della tragedia di Shakpeare. Alcuni poi soggiungono che tanto il Shakpeare, quanto Giraldi Cintio, da cui il poeta inglese trasse l’argomento del suo lavoro, volessero alludere alle avventure d’un Lorenzo Moro; che, per un riguardo al nostro patriziato, trasformassero un Moro di cognome in un moro di colore ; che finalmente, col passare degli anni, il popolo confondesse la famiglia Guoro, proprietaria, come vedemmo, del palazzo, colla famiglia Moro. Vedi il Brown nei ' Ragguagli sulla Vita e sulle Opere di Marino Sanuto, e le nostre Curiosità Veneziane.