- 21 - si uni un convento d’eremite Agostiniane, dette le Cappuccine, che nel 1810 venne soppresso colla chiusura anche della chiesa. Nel 1814 le due fabbriche furono comperate dall’ abate Antonio de Martiis ad uso d’educazione maschile e d’utilizzazione privata, e finalmente nel 1841 l’abate Daniele Canal v’introdusse il suo collegio femminile, riaprendo nel 1851 anche la chiesa. Accademia o Casino dei Nobili sopra le Fondamente Nuove. Era non lungi dai Mendicanti, e vi si radunava una società di patrìzi per passare il tempo specialmente in trattenimenti musicali. Un’ iscrizione, la quale esisteva nella sala superiore, ed è riportata dal padre Rocco Curti, accenna alla rifabbrica dello stabile avvenuta dopo l’incendio del 7 settembre 1684. Siccome però, osserva il Cicogna, il Gallicciolli ed altri pongono questo incendio nel 7 settembre 1709, cosi potrebbe essere che l’iscrizione sia stata letta malamente, o che vi fosse errore nella data. Teatro e Cavallerizza ai Mendicanti. Nel 1040, sopra disegno di Giacomo Torelli da Fano, qui veniva eretto un teatro di legno, nel quale l’anno seguente rappre-sentossi il primo dramma col titolo: La Finta Pazza, poesia di Giulio Strozzi, e musica di Francesco Sacrati. Questo teatro fu chiuso nel 1647, e ne prese il luogo una cavallerizza, mantenuta da 24 patrizi, formanti un corpo d’accademia. Nel 1735 lo stabile venne ridotto a savoneria, o fabbrica di saponi, ma nel 1750 vi si rimise la cavallerizza, che durò fino all’estinzione della Repubblica. Lo stabile medesimo fu in seguito demolito, e sopra la sua area sorse il grandioso fabbricato aggiunto ai nostri tempi alla Casti di Ricovero. Ospitale di S. Lazzaro dei Mendicanti. Fino dal secolo XIII era stato eretto un ospitale pei lebbrosi in un’¡soletta della nostra laguna che, chiamandosi volgarmente la lebbra mal di S. Lazzaro, prese il nome di questo santo. Esso, col volgere degli anni, oltre gli affetti da malattie cutanee, accolse