-sovente» e chiesa più ampi, sul disegno dello Scamozzi, che anch’essi si dissero di S. Nicolò da Tolentino, e corrottamente dei Tolentini. Ai frati di S. Nicolò da Tolentino s’aggiunsero nel 1806 quelli di S. Gaetano di Padova, e quelli di S. Nicolò di Udine, ma nel 1810 vennero soppressi, chiudendosi la chiesa, e riducendosi il convento a caserma. La chiesa si riaprì poco dopo. Stava nel refettorio del convento la Cena di Cristo, bella opera di Palma il Giovane. Palazzo Amadi ai Tolentini. Tutte le cronache nostre parlano con lode di questo palazzo, che guardava il Rio della Croce, e di cui forse non resta che un avanzo rimodernato. Francesco Amadi l’aveva fatto rinnovare nel secolo XVI, ed ornare di vaghe pitture da celebre artista, fatto venire espressamente dalla corte di Vienna. Il Sansovino ne celebra l’annesso giardino, la raccolta d’armi antiche, e quella di musici strumenti. Eranvi di dietro varie case di proprietà della stessa famiglia, a cui si accedeva per un sottoportico. Ma poco prima del 1820, come ricorda il Cicogna, il sottoportico, ed alcune di quelle case andarono demolite. Sopra una di esse conservasi tuttora l’antico stemma degli Amadi. Chiesa e Convento di S. Maria Maggiore. Un’eremita di S. Agnese ottenne nel 1497 di fabbricare in questo sito una chiesa, ed un convento, dedicati alla B. V. e S. Vincenzo, ad uso di monache Francescane. La chiesa ebbe rinnovazione nel 1502 a merito di Luigi Malipiero, e denominossi di S. Maria Maggiore, avendosi seguito nell’erigerla il modello di quella di S. Maria Maggiore di Roma. In quel torno dilatossi anche il convento, il quale, dopoché nel 1805 si concentrarono le monache con quelle di S. Croce, consegnossi nel 1806 al Militare. Nel 1817 esso patì un incendio, senza che neppure fosse tocca la chiesa. Questa, uffiziata, dopo la partenza delle monache, da un sacerdote, venne poscia ceduta all’Amministrazione dei Tabacchi, ed è tuttora in suo potere. La chiesa di S. Maria Maggiore, rinomata altre volte per pre*