— 127 — d’uno Stefano Vecchia. Finalmente Gian Carlo Grimani, volendo innalzare il teatro più sopra menzionato, comperollo nel 1678, ed atterrollo. Qualche avanzo però sene scorge tuttora nella prossima Corte Sabbionera. Uffizio della Seta a S. Giovanni Grisostomo. I mercatanti di seta Lucchesi avevano ottenuto dalla Repubblica di poter eleggere una propria corte, composta di giudici nazionali, i quali però nelle appellazioni erano soggetti ai Consoli dei Mercanti. Piantarono quindi due uffizi, l’uno a Rialto, di cui parlammo più addietro, e l’altro a S. Giovanni Grisostomo. Se ne incontra il locale avviandosi verso il teatro Malibran, e si vede sulla porta l’iscrizione : Provisores Sirici, cogli stemmi d’alcuni Provveditori suddetti. Altri stemmi, messi ad oro e colori, erano innestati nelle muraglie interne del pian terreno, i quali, a scopo di preservazione, si custodivano entro appositi ripostigli, chiusi a chiave. Ora furono venduti, come ci segnala il conte A. P. Zorzi nelle effemeridi cittadine. E noi di buon grado ci associamo ai lamenti, che, per la dispersione di questi ed altri cimelii, muove esso conte, uomo nel quale non sappiam bene se sia maggiore l’erudizione artistica, o l’affetto alle patrie memorie. Chiesa di S. Maria Nuova. Venne fondata, come si crede, nell’anno 971. Nel 1535 cadde d’improvviso, e fu in seguito rialzata. Nel 1760 ebbe ristaurato il prospetto, ma nel 1808 restò chiusa, servendo poscia ad uso di magazzino. Finalmente nel 1852 venne demolita, meno le mura di cinta. La demolizione del campanile data dal 1839. Oltreché per lavori di Tiziano, del Varottari, del Corona, ed altri, questa chiesa era insigne per una tavola d’altare a mosaico, rappresentante S. Vittore, opera dei fratelli Zuccata, sopra cartone del Bonifazio. In S. Maria Nuova vennero sepolti Fortunio Spira da Viterbo, chiaro letterato, nel 1560, il pittore Leonardo Corona nel 1605, ed il doge Nicolò Contarmi nel 1631.