668 Contributi degli Stati successori [24.v1.19] e suscettibile di notevole sviluppo. Noi saremo presenti nella commissione per regolare i mandati. Circa l’Asia Minore, abbiamo perduto Smirne, che ci era stata assicurata dall’accordo di San Giovanni di Mo-riana, ma per il resto si deve ancora discutere, e le nostre truppe intanto tengono località importanti. Nei regolamenti e nelle organizzazioni internazionali, previsti per la vita europea dopo la firma della pace, noi siamo in linea, pari pari con le altre quattro grandi Potenze. Qjuesta è la situazione consacrata nei trattati che saranno a giorni firmati, nei verbali e nei protocolli che fanno fede degli accordi e delle decisioni alleate; situazione incontestabile, se pure poco conosciuta, anzi in parte sconosciuta al pubblico, per l’ovvia ragione che occorre mantenere la massima forza alla continuazione delle trattative, fino alla piena soddisfazione delle nostre richieste. Ultimato il rapporto a Nitti, mi reco al Crillon da Norman Davis, per regolare definitivamente la questione dei contributi che devono pagare i Paesi successori dell’impero austro-ungarico. Ieri infatti i Big Four hanno deciso che la Romania, la Serbia, la Polonia e la Cecoslovacchia paghino un contributo secondo la seguente formula: « Ciascuno dei Paesi ai quali un territorio austro-ungarico sarà stato trasferito pagherà, come contributo alle spese della sua liberazione, una somma uguale al venti per cento della porzione di debito di guerra austro-ungarico (quale era legalmente costituito il 27 ottobre) assegnata a quel territorio, sullo stesso principio del debito di avanti guerra. « I Paesi che devono ricevere riparazioni possono compensare colla loro domanda di riparazioni l’ammontare della contribuzione sopra stabilita ed il valore dei beni pubblici da essi acquistati nei territori ora sequestrati. » Questa formóla deve essere chiarita, ed a questo ci siamo applicati stamane.