[4.VII.I9] « Liberty Day » 687 ^ Oggi il Consiglio Supremo dei Cinque non ha tenuto seduta per permettere la continuazione delle conversazioni private fra Tittoni, Clemenceau, Lansing e Bal-four. Tittoni ha affrontato tutte assieme le questioni che riguardano l’Italia e che sono ancora in sospeso. Mentre tende a dimostrare verbalmente e partitamente tutta la ingiustizia del memorandum inviatoci e riesce a smussare gli angoli della diffìcile posizione di fatto che è stata creata, cosi da permettere ancora cordiali rapporti personali e da avviare l’auspicata soluzione conciliativa, egli tende anche ad ottenere il massimo risultato globale, preparandosi ad accettare un minimo di soddisfazione ove il massimo è impossibile, ma facendosi dare in compenso il massimo possibile dove le difficoltà sono minori. Tittoni nei suoi discorsi abbina la questione di Fiume a quella dell’Asia Minore, la questione della Dalmazia a quella coloniale; e poiché tutte le questioni sono ancora aperte e nessuna nostra rivendicazione è finora caduta, potrà forse, operando con pazienza e con fermezza, ottenere quanto fu finora negato al binomio Orlando-Sonnino. 4 Luglio. Solennità nazionale agli Stati Uniti e festa a Parigi. È il Liberty Day. Assistiamo in piazza della Concordia a una brillante sfilata di truppe americane e francesi, che fanno scorta alle 24 bandiere di fanteria e ai due stendardi di artiglieria dei corpi eredi di quei fieri reggimenti di Luigi XVI che furono mandati a combattere contro gli inglesi nella guerra di indipendenza americana. Poi andiamo al lontano piccolo cimitero del Picpus, dove il generale in capo Pershing depone una corona sulla tomba di Lafayette, e Tardieu pronuncia un discorso. Durante la cerimonia parlo con Loucheur e con Cla-