744 Documenti (n. 4) Quando nel 1915 l’Italia si schierò dalla parte della Francia, della Russia e dell’impero Britannico nella lotta contro le Potenze centrali, la Turchia e la Bulgaria, essa lo fece con condizioni. L’Italia volle che i suoi alleati le promettessero che in caso di vittoria essi l’avrebbero aiutata ad ottenere in Europa la frontiera delle Alpi, i grandi porti di Trieste e di Pola, ed una gran parte della costa dalmata con molte delle isole adiacenti. Tali accessioni di territorio rinforzerebbero enormemente la capacità di difesa dell’Italia, sia per terra che sul mare, contro il suo nemico ereditario e implicherebbero il trasferimento dal dominio austriaco a quello italiano di più di 200.000 tirolesi di lingua tedesca e di più di 750.000 slavi del sud. Secondo tale accordo, Fiume fu riservata alla Croazia. Tale era la situazione nell’aprile 1915. Nel novembre 1918 essa era profondamente cambiata. La Germania era battuta, la Duplice Monarchia aveva cessato di esistere; e di pari passo, con questo rivolgimento militare, gli ideali delle Potenze occidentali si erano accresciuti e fortificati. Nel 1915 le immediate necessità della propria difesa, il compito di creare ed equipaggiare grandi eserciti, il divisamente di nuovi metodi per parare a nuovi pericoli, tesero le energie degli alleati all’estremo limite. Ma nel 1918 noi eravamo pervenuti alla duplice convinzione che se si doveva evitare il ripetersi di tali calamità, le Nazioni dovevano organizzarsi per mantenere la pace a quel modo che la Germania, l’Austria, la Bulgaria e la Turchia si erano organizzate per fare la guerra; e che poco vi era da aspettarsi dalla meglio divisata organizzazione, a meno che le frontiere degli Stati che dovevano essere creati dalla Conferenza fossero segnate nel loro complesso secondo i desideri e gli interessi durevoli delle popolazioni interessate. Questo compito di ricomporre le frontiere europee, di cui è riconosciuta l’immensa difficoltà, è ricaduto sulle grandi Potenze. Non sempre, e, invero, nemmeno di frequente, la razza, la religione, la lingua, la storia, gli interessi economici, la contiguità e convenienza geografica, l’influenza dei pregiudizi nazionali e le necessità della difesa nazionale, cospirano ad indicare senza dubbio o