no I conti chiari [26.v1.18 primo in lista, giudicato idoneo, rifiutò l’incarico, perché impressionato da un lavoro assolutamente nuovo per lui. Il secondo era di cagionevole salute e quindi inadatto ad un lavoro intenso, quale io devo esigere. E tutti gli altri furono giudicati incapaci, fino all’ottavo in lista, il comm. Balsamo. Perciò scelsi il comm. Balsamo; scrissi al mini-tro del tesoro e questi me lo inviò, cosicché io lo insediai subito in ufficio, mettendolo d’accordo col Lecchi. Dopo parecchi giorni il ministro del tesoro mi scrisse, pregandomi di revocare il Balsamo, per nominare uno più anziano di lui. Risposi chiarendo come si era addivenuto alla nomina e ricordando che la nomina stessa era stata implicitamente approvata dal ministero del tesoro, per, ché mi aveva mandato il Balsamo in ufficio. Ne venne una pungente corrispondenza e vivaci battibecchi fra me e Nitti. Io tenni duro e Nitti pure. Ma il Balsamo continuò il suo ufficio, e studiò con ogni cura come adattare la contabilità alle regole ed ai formulari degli altri dicasteri. Si fecero delle prove; io non ci capii niente e ordinai che si continuasse a tenere i registri in partita doppia. Nitti lo seppe e mi mandò un’ispezione. L’ispettore trovò tutto chiaro e ordinatissimo e tutte le partite perfettamente aggiornate. Mi fece molti complimenti, ma naturalmente dichiarò al suo mandante che non ero in regola coi sistemi in uso presso tutti gli altri ministeri. Nitti mi fece ieri intimare che tutte le operazioni del ministero si intendevano eseguite sotto la mia personale responsabilità. Oggi io rispondo che non mi commuovo, perché non si tratta di migliaia di lire, ma di miliardi. E che d’altronde non ho paura delle responsabilità. Sono invitato a pranzo all’ambasciata inglese. Sir Ren-nel Rodd e Lady Rennel Rodd sono di una distinzione insuperabili. Coltissimi e pieni di brio, parlano di qualsiasi argomento con grande competenza. Sono entusiastici amici dell’Italia.