Distruzione di Cambrai [10.X.18] delle autorità costituite che finora hanno condotto la guerra ». Si sferrano nuovi colpi sul fronte francese. Sul fronte italiano hanno luogo ogni giorno azioni di pattuglie, di artiglieria e di aviatori. 10 Ottobre. La mattina riunione di ministri pel disbrigo di affari correnti. Nel pomeriggio lavoro con Giuffrida alla distribuzione della carne fra la popolazione civile e l’esercito, e nelle diverse provincie. Ho poi una lunga conferenza col collega Bissolati, reduce dal fronte, sulle forniture all’esercito e sulla politica delle nazionalità oppresse. 11 Ottobre. Sono preoccupato per i rifornimenti della carne che gli Stati Uniti spediscono solo a prezzi altissimi e in quantità irrisorie. Non posso acquistare nell’America del Sud perché la tesoreria inglese e l’americana mi rifiutano le sterline e i dollari. Telegrafo al nostro ambasciatore a Londra, marchese Imperiali, perché faccia un nuovo tentativo presso la tesoreria inglese e comunque prospetti la difficile situazione al Governo britannico. La febbre spagnola continua a far vittime in tutti i ceti. Innumerevoli sono gli ammalati. I tedeschi, che chiedono la pace, si sono macchiati di un nuovo delitto. Abbandonando Cambrai hanno piazzato molte mine a movimento di orologeria nelle cantine del centro della città, cosi che questa, dopo l’entrata delle truppe inglesi, è in gran parte saltata in aria e si è incendiata. 12 Ottobre. Ricevo la visita del comm. Stringher, direttore generale della Banca d’Italia, che viene a chiedermi notizie sulle mie trattative con le tesorerie estere. Mi lascia trapelare la sua inquietudine per l’andamento del ministero