[24.xl.17] Incomprensione alleata aiuto in ogni colloquio, non riesco ad ottenere i quantitativi di grano e di carne dei quali abbiamo assolutamente ed urgentissimamente bisogno. Ci siamo finora urtati contro mentalità formate sulle insufficenti richieste del precedente Governo, e contro un sentimento che si vuol nascondere, ma che purtroppo tratto tratto affiora, di scarsa simpatia per la nostra guerra. Tratto tratto scappano fuori a dirmi: «Ma voi vi battete per sacro egoismo! » Ed è veramente doloroso di constatare come venga sfruttata ai nostri danni la frase di un grande patriota. Ho l’impressione che la nostra azione diplomatica abbia lasciato l’Italia isolata e che ci si fidi poco di noi, nonostante l’eroica attuale resistenza. I francesi hanno su di noi l’enorme vantaggio del continuo personale contatto cogli alleati, che i nostri ministri hanno sempre trascurato. Con me personalmente e con Attolico tutti sono sempre molto cortesi. Lord Rhondda, ministro food controller, mi ha invitato a un pranzo ufficiale in onore della mia missione. Ho comunicato telegraficamente a Orlando le mie impressioni, richiedendo il suo energico intervento. È convocata pel 30 novembre a Pai igi una riunione di tutti i Governi alleati. In tale occasione i bisogni dell’Italia devono essere soddisfatti. 24 Novembre. Il pranzo in onore della mia missione ha avuto luogo ed è stato solenne. Ai brindisi grandi elogi all’Italia. Io avevo ricevuto poco prima del pranzo un telegramma da Treviso di mio figlio Alberto, aspirante ufficiale nelle batterie di montagna, che dal maggio è stato in linea sull’avanzatissima quota 905 della Bainsizza. Egli mi annunciava di essere vivo e sano, e di avere miracolosamente incontrato a Treviso stessa i suoi due fratelli, tenenti nelle armi combattenti. I miei tre figli sono dunque provvidenzialmente scampati e sono ancora al fronte. Nella mia risposta ai brindisi inglesi ho letto quel telegramma. I miei buoni