658 Caduta del ministero Orlando [21.vi. 19] mente interrotto; si è concluso nel silenzio glaciale della assemblea, con la richiesta della costituzione della Camera in comitato segreto. Contro tale proposta insorsero tutti i partiti. Nitti approfittò subito dell’occasione, gettando una tavola di salvezza ad Orlando, che non poteva certamente accettarla. Orlando insistette nel richiedere il comitato segreto, e salvo pochi amici personali ed i membri del Gabinetto, tutti, compreso Giolitti, gli votarono contro. Il suo fu un suicidio, come disse Filippo Turati: e un suicidio senza possibilità di risurrezione. Quanto meglio sarebbe stato per lui e per il Paese se si fosse dimesso or fa un mese, e cioè il 21 maggio, nel Consiglio dei ministri di Oulx! Oggi Nitti è designato alla successione: ciò che Orlando doveva assolutamente evitare. Il mio successore, Maggiorino Ferraris, aveva indotto Orlando ad accettare il suo programma di abolizione di tutti i dazi consumo per far ribassare i prezzi. Le finanze di tutti i comuni, da Roma in giù, sarebbero state distrutte d’un colpo. Bastava questa proposta perché tutti i deputati meridionali dovessero votare contro. A sottosegretario di Stato per gli approvvigionamenti, al posto del mio collaboratore marchese Ferdinando Nunziante, era stato nominato il socialista on. Nofri. Anche questa nomina fu male accolta, essendo evidente l’espediente parlamentare. 21 Giugno. Secondo la regola costituzionale, Sonnino ed io, ministri e delegati plenipotenziari di Sua Maestà, dobbiamo continuare nel disbrigo degli affari affidatici, fin che Sua Maestà per decreto non ci abbia sostituiti. Nessun mutamento dunque nella nostra attività. Sonnino continua a rappresentare l’Italia nel Consiglio Supremo dei Quattro, ed io in tutte le altre riunioni della conferenza. Cosi oggi intervengo al ministero del commercio a una