[2i.in.i8] Ritiro le dimissioni 69 dice che una pace di quel genere non può essere riconosciuta e che gli alleati continueranno a combattere per mettere fine alla politica del saccheggio, nella fiducia incrollabile nella vittoria. 21 Marzo. Non posso più respirare dalle narici completamente ostruite. Il chirurgo capo dell’ospedale militare per le malattie del naso e della gola mi sottomette a una dolorosa, quanto inutile operazione. Alle 18 sono chiamato da Orlando, che mi accoglie molto amichevolmente. Ci spieghiamo a fondo. Certi incidenti davanti agli Alleati il Governo italiano non li permetterà mai più. Pare che fra due giorni i tedeschi occuperanno Pietrogra-do. Si narrano indicibili orrori dell’anarchia russa. Il Governo sovietico si è trasferito a Mosca. 22 Marzo. Tutto torna in pace al mio commissariato e riprendo i ricevimenti di deputati, senatori, industriali, commercianti. Alle 16 consiglio di ministri. È presente il nuovo ministro della guerra, generale Zupelli, essendosi il generale Alfieri dimesso per tornare al fronte. Orlando e Bissolati riferiscono sul convegno interalleato con Lloyd George e Clemenceau. Orlando si dichiara soddisfatto. Io ne ho ritratto ben altra impressione. Più tardi riferisco sul Consiglio dei trasporti, e su tutti gli approvvigionamenti. Nuovi guai fra colleghi. La situazione interna dei trasporti provoca un vivace dibattito. Il ministro si difende male, e, con mia sorpresa, Nitti lo attacca violentemente. Vesnic, ministro di Serbia, che ha per moglie una bellissima ed intelligentissima signora americana, è di ritorno a Parigi da una riunione in America, dove si è accaparrato